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REGGIO CALABRIA – Il vescovo della diocesi di Oppido-Palmi, Francesco Milito, era a conoscenza dei sospetti sui “vizietti” di don Antonello Tropea, il sacerdote della parrocchia di San Nicola di Mira a Messignadi, frazione di Oppido Mamertina, arrestato per sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico e adescamento di minorenni.
Secondo il giudice per le indagini preliminari reggino Antonio Scortecci il pastore della Diocesi pur essendo a conoscenza della vicenda «non ha adottato provvedimenti cautelativi, né di minima verifica delle accuse rivolte all’indagato, assumendo atteggiamenti particolarmente prudenti e conservativi dello status quo, dando pieno credito alla versione negatoria dello stesso accusato».
Ma l’atteggiamento omissivo del vescovo emerge anche dalle intercettazioni telefoniche con don Antonello, a cui consiglia di non parlare con i carabinieri «e, in generale, con nessun appartenente alle forze dell’ordine, poiché questi non si limitano a parlare amichevolmente come stanno facendo loro, ma potrebbero redigere un promemoria che potrebbe far degenerare le cose».
E sui chiacchiericci in paese il vescovo dirà al prete: «Lascia perdere questo perché non… la cosa gravissima non è, è questo pettegolume di suore. Tu piomba subito e glielo puoi dire, io mi sono incontrato col Vescovo, il vescovo ci è rimasto proprio… (incomprensibile)». E ancora: «…a maggior ragione è meglio evitare che ci parlino i Carabinieri e che sarebbe meglio che ci parlasse lui anche perché facendo così la gente del paese non potrà dire che ha lasciato correre, ma dirà che per risolvere la situazione ha fatto tutto quello che poteva fare».
Cinque anni fa don Antonello aveva inviato al vescovo una lettera di dimissioni. Ma non ebbe seguito. E don Antonello continuò a fare il parroco. Nel settembre scorso durante la perquisizione domiciliare della polizia vennero scoperti sexy toys, numerosi files relativi ad immagini e video a sfondo omosessuale, alcuni anche autoprodotti, diverse chat con richieste di incontri sessuali, con minorenni o con adulti.
Dopo questo episodio il prete aveva chiesto al vescovo, nel caso in cui si ravvisasse l’opportunità, la sospensione a divinis. Di tutta risposta monsignor Milito aveva invitato don Antonello a proseguire la sua attività pastorale. Intanto da poche ore è nato su Facebook un gruppo “Io sto con don Antonello” a sostegno del prete arrestato per pedofilia.
Lunedì è previsto l’interrogatorio di garanzia del parroco, oggi rinchiuso nel carcere reggino di “Arghillà”.
Non è la prima volta che la diocesi di Oppido viene investita da uno scandalo, negli scorsi anni, infatti, la diocesi di Oppido fu al centro del caso degli inchini delle statue delle processioni nei pressi delle case dei boss
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