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MONASTERACE MARINA (RC) – Un omicidio senza pietà per la vittima e compagna di vita, Mary Cirillo, ma neppure per il proprio figlio più piccolo, di soli due anni, involontario spettatore della morte della madre per mano del padre. Giuseppe Pilato, trentenne di Monasterace, al culmine di una discussione, forse l’ennesima forse preludio di una possibile separazione, ha impugnato la pistola e sparato in testa alla consorte malgrado lì, nella stessa abitazione ci fosse anche il figlio di soli due anni.
(LEGGI L’ARTICOLO SULL’OMICIDIO).
La ricostruzione di cosa sia accaduto dopo è affidata ai carabinieri del Gruppo di Locri e della Compagnia di Roccella Ionica che stanno conducendo le indagini ma di certo c’è che Pilato preso il bambino l’ha consegnato ai nonni, dove c’erano gli altri figli, dileguandosi senza lasciare traccia. La sua auto è stata trovata nei pressi di Guardavalle Marina, vicino ad una stazione ferroviaria, con le chiavi ancora inserite nel cruscotto assieme al bancomat e alle carte di credito.
Nel frattempo, i familiari della coppia, allarmati, hanno iniziato a telefonare alla donna, a casa e sul cellulare, senza ricevere risposta, mentre una vicina della vittima sentendo delle urla provenire dall’abitazione ha chiamato il 112 che giunto sul posto hanno scoperto che ad urlare era stata la figlia di dieci anni della coppia che, tornando a casa, aveva trovato il corpo della madre riverso in una pozza di sangue. A quel punto sono scattate le ricerche di Pilato. Come detto, tra moglie e marito i rapporti erano tesi già da tempo e in paese c’è chi parla di una separazione imminente e non mancano i sospetti su precedenti violenze in famiglia. Dal profilo facebook della donna, infatti, risulta che la vittima fosse iscritta ad un gruppo “Solo donne” in cui vi sono diversi messaggi contro la violenza sulle donne.
LE RICERCHE – Intanto, mentre si chiariscono i contorni in cui è maturato il delitto, proseguono senza sosta le ricerche di Pilato condotte con l’ausilio di unità cinofile, di un elicottero e dei carabinieri dello squadrone Cacciatori e sono concentrate nella zona compresa tra Monasterace e Guardavalle Marina, nel catanzarese, dove è stata trovata l’auto dell’uomo. Al momento non si esclude che l’uomo possa decidere di suicidarsi. La ricerca, comunque, è stata estesa a tutto il territorio nazionale, anche in considerazione del fatto che la vettura era vicino ad una stazione ferroviaria. Questa circostanza, secondo gli investigatori, potrebbe avere anche un’altra duplice chiave di lettura: un tentativo di depistaggio per far credere di essere partito mentre invece potrebbe avere trovato rifugio da qualche conoscente, o, più semplicemente, il gesto di un uomo disperato che ha abbandonato l’auto dove gli è capitato per poi allontanarsi a piedi nelle campagne circostanti.
L’APPELLO DELLO ZIO: “COSTITUISCITI” – Mentre i carabinieri stanno cercando Pilato arriva dallo zio dell’uomo l’appello, tramite le telecamere del Tg della Rai a presentarsi alle forze dell’ordine: «Ancora non sappiamo niente. Invitarlo a costituirsi? Certo, è meglio per tutti». Dall’esame del profilo facebook dell’uomo, poi, emergono una serie di post che lasciano riflettere come quello dell’8 marzo del 2013 in cui Pilato scrive: «Arriveranno giorni migliori anche per me». E pochi giorni dopo, in successione: «Nessuno nasce cattivo… La vita ti porta ad esserlo!» e «Il tradito può essere ingenuo… Ma il traditore rimarrà sempre un infame!!!»
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