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REGGIO CALABRIA – Gli arresti messi a segno dalla Dda e dai carabinieri hanno messo in ginocchio il clan Iamonte di Melito Porto Salvo ma soprattuto hanno definitivamente scoperto la fitta rette di commistioni che secondo gli inquirenti esisteva tra il mondo istituzionale di Melito e la ‘ndrina. «Se un comune subisce in pochi anni tre scioglimenti per infiltrazioni mafiose, vuol dire che si trova dinanzi ad un sovvertimento della democrazia». Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, non ha fatto sconti rispetto alle risultanze dell’indagine ‘Sipario’ che ha portato all’arresto di 12 persone vicine alla cosca Iamonte, tra le quali l’ex sindaco Giuseppe Iaria, e al sequestro di aziende e beni mobili e immobili per oltre 20 milioni di euro. 

«Probabilmente – ha aggiunto – bisognerà controllare le attività amministrative che saranno svolte da chi sarà eletto anche dopo l’ultimo scioglimento del Comune, altrimenti c’è il rischio che simili situazioni si ripetano. Credo che gli atti amministrativi dovranno essere vigilati, quanto meno sotto il profilo di legittimità. Dalle indagini è emerso un quadro indiziario allarmante, avvalorato anche dalla decisione di collaborare con la giustizia di uno degli arrestati, Giuseppe Ambrogio, affiliato per sua stessa ammissione dai maggiorenti della cosca, articolata anche a Desio, in Lombardia». In particolare Ambrogio era stato arrestato nel corso dell’operazione Ada, e dopo di allora ha iniziato a collaborare. Questa volta i militari hanno percorso un cammino investigativo opposto a quello consueto. Anzichè partire dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, infatti, stavolta i militari hanno usato le dichiarazioni a riscontro di indagini già eseguite dall’Arma. Ambrogio ha raccontato molti dettagli agli inquirenti, ricostruendo perfino la nascita del “locale” di Melito Porto Salvo, prima suddiviso in tante ‘ndrine quanti erano i quartieri.

Nel corso dell’indagine i carabinieri, diretti dal comandante provinciale di Reggio Calabria, col. Lorenzo Falferi, hanno sequestrato una «copiosa documentazione e valutato gli atti amministrativi del comune dal 1991 in avanti. Le indagini – ha detto Falferi – hanno evidenziato l’attivismo della cosca Iamonte nel sostegno elettorale all’ex sindaco Giuseppe Iaria». 

La Dda, contestualmente all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, ha anche notificato a 113 indagati due inchieste sulla cosca Iamonte ed ai condizionamenti delle attività del Comune di Melito Porto Salvo, l’avviso di conclusione delle indagini.

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