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Sequestro dei beni a Rosario Barbaro

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Rosario Barbaro, ritenuto membro del clan Papalia, dal carcere ha fatto conoscere ai magistrati della Dda di Milano la sua intenzione


«NON sono più un collaboratore di giustizia per motivi e ragioni che al momento non intendo spiegare e sui quali mi riserverò in seguito di entrare nel merito».


Poche righe per fare conoscere la sua decisione, quelle scritte da Rosario Barbaro, 53 anni, ritenuto membro del clan Papalia, una delle più pericolose e potenti ‘ndrine calabresi originaria di Platì, attiva nel nord Italia e legata alla famiglia Barbaro. Poche parole scritte a stampatello su un foglio bianco, con tanto di firma, consegnato da Barbaro al suo avvocato, per la diffusione.

ROSARIO BARBARO, DA QUATTRO ANNI ERA UN COLLABORATORE DI GIUSTIZIA


Sarebbe durata circa quattro anni la collaborazione con la giustizia di Rosario Barbaro, che nel 2021 dal carcere ha fatto conoscere ai magistrati della Dda di Milano la sua intenzione.
Rosario “Rosi” Barbaro è il fratello maggiore di Salvatore, che è il genero del superboss Rocco Papalia, scarcerato qualche anno fa dopo 26 anni circa di detenzione. La “piazza” degli interessi del clan è da sempre Buccinasco, allargata negli anni ad altri centri dell’hinterland, dove la ‘ndrangheta ha un solo nome, Barbaro-Papalia. Una delle dinastie criminali tra le più longeve, capaci di estendere i propri tentacoli dall’Aspromonte per arrivare in Lombardia e in Piemonte, come in Australia.

Della collaborazione con la giustizia da parte di Rosario Barbaro si vociferava da tempo. L’ufficialità delle sue dichiarazioni è arrivata successivamente da un verbale di una trentina di pagine risalente al mese di luglio del 2022. Tale verbale fu depositato poi nel fascicolo del Tribunale del riesame di Milano, relativo all’operazione di circa metà dicembre dello stesso anno, quando la polizia di Stato di Milano, coordinata dalla locale Dda, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di una decina di persone ritenute responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso, coercizione elettorale, traffico di droga, tentata estorsione, tentato omicidio e altri reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

L’attività dei poliziotti della Squadra Mobile ha fatto luce sulle dinamiche della locale di ‘ndrangheta di Pioltello, feudo delle famiglie Maiolo-Manno, originarie di Caulonia. Barbaro aveva rivelato dei particolari riguardanti alcuni componenti delle famiglie Manno e Maiolo di Caulonia e si soffermava a parlare delle sue doti e ad alcune dinamiche del locale di ‘ndrangheta di Buccinasco-Corsico.
L’ex pentito Rosario Barbaro era sottoposto al programma di protezione, gestito dal relativo Servizio centrale di interforze. Lo stesso ha continuato a riempire fogli di dichiarazioni spontanee, rispettando pienamente “gli impegni assunti”.

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