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Dicevano di fornirle assistenza invece facevano la bella vita con i soldi di un’anziana: agli arresti domiciliari due insegnanti del Reggino


I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare che dispone gli arresti domiciliari e di sequestro preventivo per 95.377,86 €, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal dott. Emanuele Crescenti, nei confronti di 2 coniugi insegnanti di un paese della provincia di Reggio Calabria (RC). Sono indagati a vario titolo per i delitti di truffa ai danni dello Stato, circonvenzione di incapace, indebito utilizzo di strumenti di pagamento, nonché di falso in atto pubblico.

L’INDAGINE

Il provvedimento costituisce l’epilogo di un’articolata indagine svolta dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Gioia Tauro, scaturite dalla segnalazione di un istituto scolastico della Provincia di Roma, ove l’uomo avrebbe dovuto prestare servizio quale docente.
Secondo tale segnalazione, l’insegnante avrebbe avanzato richieste di congedo straordinario per l’assistenza di un’anziana. Donna gravemente malata, asseritamente sua parente e convivente.

Gli accertamenti svolti hanno consentito di accertare – allo stato del procedimento e fatto salvo il successivo e definitivo accertamento delle responsabilità – come nessuna assistenza fosse stata in realtà fornita all’anziana donna. Che, addirittura, era domiciliata da tempo in una casa di riposo fuori regione nel periodo in cui l’uomo fruiva delle assenze ai sensi della L. n. 104/92.

I SOLDI DELL’ANZIANA DONNA SPESI DAI DUE INSEGNANTI DEL REGGINO PER ESIGENZE PERSONALI: I CONIUGI AI DOMICILIARI

I coniugi, inoltre, avrebbero inopinatamente abusato dello stato di isolamento affettivo della donna. Inducendola a metter a loro disposizione la sua pensione, ivi compresa quella di invalidità, fino all’azzeramento del saldo di conto corrente. E comunque senza fornirle alcuna forma di supporto e assistenza per le gravi patologie sofferte.

Il denaro dell’anziana sarebbe stato poi utilizzato, al netto del pagamento di parte delle rette di soggiorno per la casa di riposo – ove sarebbe maturato un ingente debito a carico dell’anziana donna – per il soddisfacimento di esigenze personali e familiari dei coniugi. Nonché per l’acquisto di beni di lusso, carburante e spese di parrucchiere per oltre 90.520 € in soli 4 anni.

Tra la copiosa documentazione acquisita, i militari hanno anche riscontrato come i due coniugi avrebbero contraffatto e formato dichiarazioni sostitutive di certificazione e di notorietà in cui sarebbe stata artatamente falsificata la firma dell’anziana per l’ottenimento di contrassegni personali alla mobilità per disabili.

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