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REGGIO CALABRIA – «Un eccezionale coordinamento transnazionale». E’ stata una conferenza stampa molto partecipata, durata circa due ore, quella organizzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dal Comando provinciale dei Carabinieri per presentare i risultati della maxi operazione contro la ‘ndrangheta.
A presiedere l’incontro, nell’auditorium “Fazio” della Scuola allievi Carabinieri, il procuratore capo della Dda, Giovanni Bombardieri, che ha voluto rimarcare, come d’altronde era doveroso, «il valore investigativo ottenuto grazie al lavoro di coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, ai colleghi delle Procure di Milano e Genova, alla collaborazione con le strutture di sicurezza di Germania, Belgio, Spagna, Portogallo e Francia e di Eurojust. Un lavoro efficacemente svolto sul territorio dai Carabinieri del Ros, dalla Guardia di Finanza e dalla Dia – ha dichiarato il magistrato antimafia a capo della Procura di Reggio Calabria -, senza cui sarebbe stato possibile il risultato raggiunto, che ha permesso il sequestro di 23 tonnellate di cocaina e numerose attività commerciali in Italia e altre individuate in altri Paesi europei, soprattutto nel settore della ristorazione. L’indagine è nata dai collegamenti tra Belgio e Italia e si è sviluppata poi sul fronte tedesco e portoghese – ha voluto spiegare il procuratore Bombardieri nel corso della conferenza stampa -. Il contrasto alla ‘ndrangheta deve essere un contrasto non solo a livello locale o nazionale, ma a livello internazionale».
Un’operazione senza precedenti quella denominata “Eureka”, eseguita ieri in diverse regioni italiane e in alcuni paesi europei. Oltre 100 arresti, ingenti sequestri di cocaina, armi e altri beni di provenienza illecita. Un duro colpo alle famiglie di ‘ndrangheta operanti in Calabria e in tutto il mondo per accumulare patrimoni illeciti. Un risultato ottenuto grazie alla professionalità di tutti coloro che hanno operato in una indagine non semplice. Alla conferenza stampa hanno partecipato in video collegamento il procuratore nazionale Giovanni Melillo e i procuratori di Milano Marcello Viola e di Genova Nicola Piacente.
Per Melillo, «l’indagine di Reggio Calabria ha una straordinaria importanza perché rileva strutture criminali apparentemente lontane. Ha dimostrato la solidità delle valutazioni delle analisi sulla criminalità che facciamo – ha affermato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo -. Questa vicenda dimostra in maniera limpida a quale punto possa arrivare l’integrazione dei circuiti criminali. Soprattutto di come le strutture criminali creino dei network internazionale, in particolare sul traffico di sostanze stupefacenti. Non vanno persi di vista i movimenti che caratterizzano gli interessi delle cosche. Siamo di fronte a una raffinata rete di traffici clandestini che muovono tonnellate di stupefacenti e volumi finanziari importanti. Non è una impresa facile fare indagini di questo tipo – ha concluso Melillo -. Le indagini di Milano e Genova completano il quadro».
E a spiegare in maniera sintetica le altre due operazioni collegate a quella di Reggio Calabria, sono i procuratori di Milano e Genova, entrambi da remoto. Il primo, Marcello Viola, parla di «risultato straordinario, risultato di straordinaria efficacia». Riferendosi all’operazione Eureka della Dda di Reggio Calabria, eseguita dai Ros dei Carabinieri, il capo della Dda milanese ha sottolineato come «è inoltre emerso che le operazioni criminali erano svolte da due distinte organizzazioni autonome, e che neppure nel periodo della pandemia sono mai venute meno le dinamiche del traffico di stupefacenti e il complesso delle attività criminali di infiltrazione dell’economia. Voglio infine ringraziare – ha aggiunto Viola – il personale della Guardia di Finanza che ha permesso di conseguire gli obiettivi investigativi, consentendo l’arresto di 40 persone su questo territorio (il riferimento è all’indagine parallela della Dda di Milano, ndr)».
Inoltre, «la ‘ndrangheta in Liguria non solo controllava il mercato della droga, ma si infiltrava nel tessuto economico». A dirlo, il procuratore della Repubblica di Genova Nicola Piacente nel corso della conferenza stampa sull’operazione “Eureka” dei Carabinieri del Ros.
«In Liguria – ha affermato Piacente – Ros e Dia hanno fatto emergere traffici di stupefacenti per oltre cinquecento chilogrammi, che una volta sbarcati, venivano inoltrati in Italia e nel resto d’Europa. I loro messaggi criptati hanno inoltre permesso di scoprire l’interesse della ‘ndrangheta per i settori economici, con turbative d’asta, infiltrazioni nei settori economici in difficoltà, sistemi di riciclaggio, nazionali ed internazionali».
Il generale Pasquale Angelosanto, già comandante provinciale reggino dei Carabinieri, ieri ha fatto ritorno a Reggio Calabria, ma in veste di comandante del Ros dei Carabinieri. «L’operazione ‘Eureka’, che ha colpito con 108 arresti diversi clan della ‘ndrangheta – ha dichiarato nella conferenza stampa il capo del Ros – ha evidenziato la capacità dell’organizzazione criminale di condizionare la politica. La ‘ndrangheta trae la sua forza dal suo carattere fenomeno unitario. L’operazione – ha proseguito l’alto ufficiale – ha permesso di scoprire che qui non si tratta dei soliti narcotrafficanti, ma di una complessa struttura, capace anche di intervenire per condizionare la politica, come dimostra la parte di indagine relativa al ‘locale’ di Bianco, nella Locride. Attività commerciali, ristoranti, autolavaggi, finanziamenti di società in difficoltà finanziaria – ha concluso Angelosanto – si confermano settori di particolare interesse delle organizzazioni criminali».
Un ruolo primario nel coordinare l’indagine l’ha avuto il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo. «Fiumi di droga che arrivava in Italia, nelle piazze di Roma e di Milano, abbiamo sequestrato 23 tonnellate di cocaina – snocciola il magistrato -. Abbiamo interrotto un affare che avrebbe portato nelle casse dei clan due miliardi e mezzo di euro che sarebbero finiti in altri traffici illeciti». E poi ha aggiunto: «Con questa indagine siamo riusciti a far emergere l’integrazione delle strutture della ‘ndrangheta che ha costruito un gigantesco network, con comuni strategie e connessioni. C’è una evoluzione del fenomeno mafioso e questo lo abbiamo riscontrato grazie all’eccezionale coordinamento delle forze di polizia che abbiamo messo in campo».
Alla conferenza stampa hanno partecipato i rappresentanti delle varie polizie straniere, il procuratore della Repubblica di Locri Giuseppe Casciaro, il comandante del Gruppo Carabinieri di Locri e del Comando provinciale di Reggio. Il valore dell’operazione si era percepito già dal breve intervento introduttivo della conferenza stampa. A parlare, il comandante della Legione Carabinieri Calabria, generale Pietro Salsano, che parlando dell’operazione “Eureka”, ha detto che durante l’indagine «sono stati individuati i più alti livelli della ‘ndrangheta, sempre operativi anche in tempo di pandemia. Importanti i dati relativi alle infiltrazioni dell’economia nazionale ed europea – ha proseguito il generale Salsano -, e quelli relativi al riciclaggio di capitali a livello internazionale».
«Non è mai stata fatta un’operazione di simile portata e questo conferma che la criminalità organizzata rappresenta il più grande pericolo». È quanto ha dichiarato il membro nazionale italiano di Eurojust, Filippo Spiezia.
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