Le fiamme nel sito archeologico
2 minuti per la letturaMOTTA SAN GIOVANNI – Un vasto incendio ha carbonizzato il sito archeologico di Lazzaro. La denuncia arriva dal referente unico dell’Ancadic Vincenzo Crea che sottolinea: «questo importante incendio si poteva evitare, una distruzione prevista dall’associazione che rappresento».
«Intorno alle ore 17 dello scorso 5 giugno – spiega Crea – l’area archeologica tra il Corso Italia e la Statale 106, ove è interrato l’impianto residenziale con pavimentazione a mosaico, sulla quale da anni insisteva una boscaglia è stata carbonizzata da un importante incendio. Sono stati interessati anche delle lastre di eternit illegalmente smaltite tra la vegetazione, degli armadietti verosimilmente dell’illuminazione, la base dei pali dell’illuminazione pubblica e della segnaletica stradale, di cui secondo noi va effettuata una verifica per escludere eventuali danni alla base».
«A pochi metri – aggiunge – insiste il distributore stradale di carburante “Esso”. È stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Più volte nel corso degli anni l’Ancadic ha segnalato anche al Comune di Motta San Giovanni, nella persona dell’assessore con delega ai beni culturali, Enza Mallamaci, la presenza di sterpaglie e vegetazione arbustiva anche secca che avrebbe potuto innescare incendi evidenziando la necessità di un urgente intervento di sistemazione dell’area in questione anche in considerazione che le radici degli alberi hanno recato o comunque avrebbero potuto recare danni agli ambienti a mosaico ivi custoditi».
«Abbiamo soltanto registrato il silenzio serbato dall’assessore Enza Mallamaci – conclude – è inutile continuare a fare ordinanze sindacale per la prevenzione e la repressione degli incendi sul territorio comunale quando a non osservarle è proprio l’ente che le emette».
Una problematica atavica, rimasta irrisolta nonostante i numerosi solleciti dell’associazione. «L’esigenza di conservare e garantire la fruizione da parte della collettività delle cose di interesse storico e artistico – ha negli anni contestato Crea – evidentemente non è nell’interesse dell’assessore ai Beni Culturali del Comune, al quale, abbiamo chiesto più volte delucidazioni in merito all’attività di tutela, gestione e valorizzazione dei Beni Culturali comunali di cui il Comune ne ha assunto l’onere a seguito della convenzione sottoscritta con la soprintendenza di Reggio Calabria».
«Un silenzio serbato che ha dimostrato che l’assessore non conosce lo stato dei luoghi oltre che la situazione igienico sanitaria delle aree archeologiche determinata dalla presenza di sterpaglie e vegetazione arbustiva anche secca che può innescare incendi, la presenza di rifiuti nell’area laterale all’accesso al sito di parcheggio che sistematicamente vengono dati alle fiamme e hanno bruciato gran parte della recinzione in legno, che risulta demolita in più tratti. Uno scempio e un danno alla salute pubblica e anche economico. Per non parlare poi dell’area archeologica situata a ridosso lato mare del Corso Italia di Lazzaro ove insistono gli ambienti a mosaico, probabilmente ormai non più recuperabili».
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