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Il Csm archivia la pratica contro pm della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino, accusato di partecipazione alla manifestazione “No ponte”. Maggioranza del Csm: libera manifestazione del pensiero. Eccher e Cassano criticano l’eccessiva esposizione mediatica.
ROMA – Il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ha archiviato la pratica avviata nei confronti di Stefano Musolino, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria e segretario nazionale di Magistratura democratica. Musolino era finito sotto accusa per delle dichiarazioni rilasciate durante una manifestazione del movimento “No Ponte” e per aver criticato il ddl sicurezza in un programma televisivo, parlando di “criminalizzazione del dissenso”.
CSM, Il voto del plenum SUL “CASO” del pm MUSOLINO
Il plenum del Csm ha votato a maggioranza per l’archiviazione, con 18 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astenuti. Ritenendo che la libera manifestazione del pensiero sia un principio costituzionalmente garantito a tutti i cittadini, inclusi i magistrati. Dunque, secondo la maggioranza dei consiglieri del Csm, la libera manifestazione del pensiero è un principio garantito dalla Costituzione a tutti i cittadini, e dunque anche i magistrati hanno diritto a esprimere liberamente la propria opinione.
Diversa l’opinione, invece quella della consigliera laica Claudia Eccher che ha votato contro l’archiviazione. «Quella di Musolino è una presenza costante sulla stampa, nell’ultimo anno il suo nome e i suoi interventi sono stati circa 300 – ha detto durante il dibattito -. Questo è fare politica, Musolino è un magistrato che ha la stessa esposizione mediatica di un ministro».
Nel lungo dibattito del Consiglio Superiore della Magistratura è intervenuta anche la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, che ha lanciato un invito alla moderazione: «Se la magistratura non riuscirà a trovare un limite – ha detto -, questo sarà un boomerang».
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