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In una commovente cerimonia, L’Arma ha reso omaggio ai carabinieri Fava e Garofalo, uccisi dalla ‘ndrangheta nel 1994 a Palmi.


PALMI (REGGIO CALABRIA)- Trentuno anni dopo il vile agguato, l’Arma e Palmi ricordano di Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, i due carabinieri uccisi dalla ‘ndrangheta. Una cerimonia solenne, tenutasi oggi, 20 gennaio 2025, ha reso omaggio ai due militari. Fava e Garofalo sono caduti nell’adempimento del dovere mentre erano impegnati in un controllo lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’Arma dei carabinieri ricorda gli appuntati scelti Fava e Garofalo

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, alla presenza del generale Riccardo Sciuto, comandante della Legione carabinieri “Calabria” e di autorità civili, militari e giudiziarie assieme ai familiari delle vittime, hanno ricordato i loro colleghi caduti. La commemorazione ha avuto inizio a Palmi, nella Concattedrale, con la messa in suffragio officiata da mons. Giuseppe Alberti, vescovo di Oppido Mamertina – Palmi. La cerimonia è proseguita, con una deposizione di una corona d’alloro, nell’area di sosta dell’autostrada prima dell’uscita di Scilla. Là dove fu portato a termine l’attentato e dove oggi si trova il monumento alla memoria dei due carabinieri. I militari e i familiari non hanno mancato, anche quest’anno, di far sentire la loro presenza. A testimonianza, spiega l’Arma, «dell’inscindibile vincolo che lega nel tempo i militari in servizio, i commilitoni caduti nell’adempimento del dovere e le famiglie che hanno perso i loro cari».

L’AGGUATO ALLO SVINCOLO DI Palmi AI CARABINIERI FAVA E GAROFALO

L’omicidio avvenne nella notte del 18 gennaio 1994. Durante un servizio, in prossimità dello svincolo di Palmi dell’Autostrada allora A2 Salerno-Reggio Calabria. Là i due gli appuntati scelti Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, in servizio alla Compagnia carabinieri di Scilla, insospettiti da un’auto, si avvicinarono per effettuare un controllo. Ma, dalla vettura furono sparati numerosi colpi di arma da fuoco che ferirono mortalmente i militari. Le successive indagini hanno consentito di ricondurre l’agguato alla strategia stragista portata avanti agli inizi degli anni ’90 dalla mafia insieme alla ‘ndrangheta.

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