Il brigadiere Antonino Marino
3 minuti per la letturaNel 34° anniversario della morte, l’Arma dei carabinieri ha ricordato il brigadiere Antonino Marino, vittima della ‘ndrangheta.
BOVALINO- Un altro 9 settembre. Un altro anniversario che riporta la comunità di Bovalino e l’Arma dei Carabinieri a quel tragico evento del 1990. Oggi, a 34 anni dall’omicidio, l’Arma dei carabinieri si è riunita per rendere omaggio al brigadiere Antonino Marino, un eroe caduto nell’adempimento del proprio dovere, vittima della ‘ndrangheta. La piazza che a Bovalino porta il suo nome è stata oggi, 10 settembre 2024, teatro di una commossa commemorazione, alla quale hanno preso parte autorità civili, militari, religiose e familiari del Brigadiere. Una corona d’alloro è stata deposta ai piedi del monumento, simbolo tangibile del ricordo e della gratitudine di una comunità che non dimentica i suoi eroi.
A seguire è stata celebrata la Santa Messa celebrata dal Vescovo di Locri monsignor Francesco Oliva e dal cappellano militare Don Aldo Ripepi. A rendere onore alla memoria del brigadiere c’era presente il prefetto di Reggio Calabria Clara Vaccaro, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, generale di Brigata Cesario Totaro, il comandante del gruppo territoriale di Locri, colonnello Gianmarco Pugliese, insieme agli ufficiali e carabinieri che prestano servizio nella Locride. Presenti, come sempre, anche il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e gli ex carabinieri. Non è mancata l’amministrazione comunale capeggiata dal sindaco di Bovalino, Vincenzo Maesano. Con la semplicità e dolcezza di sempre ha preso parte alla cerimonia anche la vedova del brigadiere Marino e i figli dello stesso.
«L’ARMA DEI CARABINIERI DA LE SUE RISORSE MIGLIORI PER IL TERRITORIO»
Il Brigadiere Marino era un uomo profondamente legato al territorio. Un carabiniere esemplare che, come il brigadiere Carmine Tripodi, aveva dedicato la sua vita alla lotta contro la criminalità organizzata. La sua morte, avvenuta in un agguato codardo, nell’oscurità in una sera di festa, ricorda ancora il sacrificio di tanti uomini e donne che ogni giorno mettono a rischio la propria vita per garantire la sicurezza dei cittadini.
«È un momento di riflessione per le cose che sono accadute e che non vogliamo assolutamente che si ripetono. I delinquenti – ha detto Monsignor Francesco Oliva nella sua omelia- non rispettano i momenti di festa perché non hanno cuore. Quella sera mentre c’era chi festeggiava, c’era anche chi nutriva odio e uccideva. Noi come comunità non accettiamo tutto questo, vogliamo riconoscere quanto questo sacrificio abbia valore per noi cristiani».
Un ricordo delicato ma efficace quello del comandante provinciale Totaro che ha ricordato ai presenti come nonostante il dolore per le perdite patite sul territorio, «l’Arma dei Carabinieri si spende. Non si risparmia, con tutte le sue migliori risorse per restituire questa bellissima terra a chi ci è nato e combatte». Migliori risorse che danno «il meglio della loro gioventù». E, la Locride quest’anno si pregia di avere tra le proprie risorse il comandante della stazione di Bovalino, «Scarpuzza – ha detto il colonnello- è stato inserito tra i migliori carabinieri in Italia».
L’OMICIDIO DEL BRIGADIERE ANTONINO MARINO
Brigadiere Antonino Marino, Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria” è nato a San Lorenzo il 5 ottobre 1957. Arruolatosi nell’Arma dei Carabinieri nel 1975, prima del suo assassinio si era occupato di varie indagini su traffici illeciti. Profondo conoscitore della criminalità, in qualità di comandante della Stazione di Platì aveva collaborato nelle indagini su vari sequestri di persona.
Da poco tempo era stato trasferito alla Stazione di San Ferdinando. La sera del 9 settembre 1990, il sottufficiale, si trovava a Bovalino Superiore con la propria famiglia in occasione della festa patronale. Era seduto quando fu avvicinato dal killer. Questo, approfittando della confusione che regnava in paese e della concomitante esecuzione dello spettacolo pirotecnico, gli esplose contro alcuni colpi di pistola. Il brigadiere venne ferito in parti vitali mentre il suo assassino forte dell’oscurità riuscì a scappare.
Nell’agguato furono colpiti, oltre al militare all’epoca trentenne, anche la moglie incinta e il figlio Francesco di appena un anno.
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