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Il ministro Cartabia in vista nel bene confiscato gestito da Attendiamoci

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REGGIO CALABRIA – Un’altra data si inscrive nella storia dell’associazione Attendiamoci: il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha visitato il Villaggio dei Giovani, bene confiscato alla criminalità organizzata gestito dall’Associazione da oltre 12 anni, incontrando i giovani ed ascoltando le loro storie.

Una visita inaspettata ed organizzata in pochissimo tempo, nell’ambito degli impegni istituzionali in città tra cui la inaugurazione dell’anno giudiziario a Reggio Calabria, distretto scelto per la prima volta nella storia.

A fare gli onori di casa, supportati da un impeccabile servizio d’ordine, il presidente Alfredo Pudano, l’assistente spirituale don Valerio Chiovaro, gli altri soci fondatori, i membri del consiglio direttivo ed una rappresentanza – obbligatoriamente esigua nel rispetto delle normative anti-Covid – di giovani volontari dell’associazione.

Il ministro ha visitato i laboratori creativi, le zone residenziali, la cappella ed ogni luogo vissuto e messo a disposizione per la formazione. Ma soprattutto ha incontrato i tanti giovani presenti ascoltando le loro storie personali e la loro voglia di rivalsa in una terra tanto bella quanto difficile. E toccando così con mano quanto la fatica nell’offrire ai giovani spazi di aggregazione positivi e soprattutto la dedizione nel mettersi al loro servizio, possa restituire concreti frutti di speranza e di riscatto sociale.

E l’indomani, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il ministro ha sorpreso tutti inserendo nel suo discorso di apertura, un riferimento chiaro all’esperienza del giorno prima, evidenziando come la legalità, attraverso un percorso di giustizia, possa cambiare il volto dell’Italia.

Qui un estratto sintetico dell’intervento: «Ieri sera ho avuto il privilegio di cenare con alcuni giovani qui a Reggio, radunati in un immobile confiscato alla criminalità organizzata, intorno a una associazione che si propone di accompagnarli nel faticoso, e spesso insidioso percorso della ricerca della propria strada nel mondo. Giovani coppie con i loro figli che si affacciano ora nel mondo: tocca a noi preparare le condizioni per un futuro che possano essere una vera possibilità per loro. Uno di loro raccontava di essere stato letteralmente salvato, miracolato diceva, dall’incontro con questa realtà e strappato dalla sua rabbia, che lo stava indirizzando verso la via della malavita. In mezzo a questi giovani, si respira il “fresco profumo della libertà”, per prendere in prestito le parole di Paolo Borsellino».

Al Villaggio dei giovani, fanno sapere dall’associazione, «è stata un’esperienza indimenticabile per i giovani presenti e per tutta l’associazione Attendiamoci. È stata una manciata di ore, ma la presenza del ministro lascia un grande segno di speranza. La stessa speranza data dalla presenza di giovani che, con piccoli gesti e segni, provano a cambiare ed a cambiare il mondo. Provano a respirare ed a far respirare, si, quel fresco profumo della libertà».

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