I militari entrano nel bunker
2 minuti per la letturaTAURIANOVA (REGGIO CALABRIA) – La piantagione rinvenuta nei giorni scorsi dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova ha sicuramente dei tratti originali e differenti da quanto si è abituati a scoprire. Nel corso di specifico servizio volto alla repressione dei reati in materia di stupefacenti, infatti, i carabinieri della Stazione di San Martino di Taurianova e di Taurianova, insieme ai colleghi Cacciatori dello Squadrone Eliportato di Vibo Valentia, hanno arrestato Marco Recupero, 33enne pluripregiudicato di Taurianova, e il padre 62enne Salvatore, in quanto ritenuti responsabili in concorso dei reati di coltivazione e detenzione di marijuana e furto aggravato di energia elettrica.
In particolare, i militari hanno svolto una perquisizione in una loro proprietà rurale di Taurianova, ben protetta da muri perimetrali e da un professionale sistema di videosorveglianza. Oltre a varie buste con marijuana già essiccata, due piante di cannabis alte circa 80 cm e vari strumenti di pesatura e preparazione della sostanza, il tutto trovato in superficie, i carabinieri hanno notato una anomala botola che portava in un sotterraneo.
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Una volta aperta, scesi di qualche metro con una scala improvvisata e superata una porta in ferro, i militari si sono trovati davanti una sofisticata piantagione composta da 49 piante di canapa con una altezza di circa 80 cm l’una, in pieno stato vegetativo, con annesso impianto di ventilazione, illuminazione, aerazione e irrigazione automatica, nonché costosi dispositivi di temporizzazione.
Le pareti erano coperte anche da alluminio per mantenere la temperatura e le condizioni interne ottimali. Una sorta di “bunker” dove però non era nascosto un latitante ma una piantagione di marijuana ad alta produttività. Le piante, lo stupefacente e tutti i dispositivi rinvenuti sono stati sequestrati e la sostanza sarà sottoposta ad analisi tossicologica. Una volta messa sul mercato illegale, i numerosi chili di marijuana avrebbero fruttato diverse decine di migliaia di euro.
Tale professionale e dispendioso impianto era inoltre alimentato abusivamente mediante un collegamento alla rete elettrica pubblica, immediatamente verificato e disattivato da personale tecnico intervenuto. Successivamente, le operazioni di perquisizione sono state estese presso le rispettive abitazioni dove è stato individuato un ulteriore allaccio abusivo alla rete elettrica che alimentava sia l’abitazione di Salvatore Recupero sia una panetteria a lui riconducibile.
I due quindi, sorpresi nel terreno della piantagione e titolari delle forniture di energia elettrica illecitamente asportata anche per far crescere le piante, sono stati arrestati in flagranza dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova. Dopo la convalida del gip del Tribunale di Palmi il 33enne pregiudicato è finito in carcere, mentre il padre ai domiciliari.
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