I carabinieri durante il sequestro dell'autocarrozzeria nel rione Modena di Reggio Calabria
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Nella giornata di ieri, a Reggio Calabria, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria e delle Compagnie di Reggio Calabria e Melito Porto Salvo, hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione domiciliare emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nei confronti di 7 indagati per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe assicurative, falsa testimonianza e corruzione.
GLI INDAGATI
I soggetti sotto osservazione della Procura, tutti reggini, sono A.A.C. di anni 33, G.C. di anni 58, G.A.N. di anni 47 (titolare di una autocarrozzeria), R.P. di anni 33, S.P. di anni 58, A.T. di anni 37 (avvocato) e U.T. di anni 42 (avvocato). Nel corso delle operazioni si è inoltre proceduto dare esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, a carico un’autocarrozzeria del rione Modena di Reggio Calabria e di un centro protesi dentale sito a Reggio Calabria – Gallico.
Gli odierni provvedimenti hanno origine da un’attività d’indagine condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, coordinata dal Sostituto Procuratore Dott. Stefano Musolino, avviata per riscontrare parte delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Tra i soggetti menzionati dal collaboratore, e quindi oggetto della preliminare attenzione investigativa, vi erano i due fratelli U. ed A. T., entrambi avvocati del Foro di Reggio Calabria, sui quali emergeva che si occupassero precipuamente di pratiche riguardanti sinistri stradali.
Dalle complessive risultanze venivano cristallizzate a loro carico chiare condotte criminali che li ponevano a capo di un’organizzazione dedita alla commissione di truffe in danno delle compagnie assicurative simulando incidenti.
Il fine ultimo era quello di ottenere lauti risarcimenti dalle compagnie assicurative e, per far sì che tutto andasse per il verso giusto, gli indagati adottavano ogni forma di espediente. Nel corso delle investigazioni, si possono riscontare richieste risarcitorie per oltre 100 mila euro e si è assistito a truffe seriali che venivano realizzate attraverso l’attuazione reiterata, da parte di più soggetti, di un protocollo collaudato, atto a trarre in inganno le imprese di assicurazioni, al fine di percepire indebiti risarcimenti.
I reati contestati e le modalità con le quali venivano posti in essere evidenziano come si attivi di fatto, e certamente questo è già avvenuto sull’intero territorio nazionale, un circolo vizioso, poiché le assicurazioni, vedendosi truffate, aumentano il prezzo base dell’Rca, che innesca a sua volta ulteriori frodi che causeranno costanti aumenti sulla polizza Rca di tutti i cittadini.
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