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I Bronzi etruschi e romani di San Casciano in esposizione per sei mesi insieme ai Bronzi di Riace
INAUGURATA questa mattina (6 agosto 2020) presso il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria la mostra “Gli dèi ritornano. I bronzi di San Casciano”. Un’esposizione curata dal direttore generale Musei del MiC Massimo Osanna e dal professore Jacopo Tabolli, che hanno presentato le straordinarie scoperte effettuate nel 2022 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni.
In piazza Paolo Orsi/MArRC apre i lavori Agnese Carletti, sindaca di San Casciano dei Bagni e in rappresentanza di Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, il vice sindaco Paolo Brunetti. A seguire gli interventi di Fabrizio Sudano, direttore del MArRC, Jacopo Tabolli, coordinatore scientifico dello scavo, Università per Stranieri di Siena. Conclude Massimo Osanna, direttore generale Musei. Segue alla Scalinata Piacentini del MArRC il taglio del nastro e la visita alla mostra nei piani bassi del museo.
La mostra porta nella città dello Stretto le statue in bronzo scoperte nel 2022 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. Un’esposizione temporanea che sarà visitabile fino al prossimo 12 gennaio. «Un’occasione ghiotta per poter offrire questa opportunità di visita a tanti concittadini, – afferma Brunetti – ma anche a tanti turisti presenti in città. Al momento della straordinaria scoperta dei Bronzi di San Casciano si era creata una sorta di competizione con i Bronzi di Riace. Nessuna competizione possiamo affermare con certezza oggi. Anzi semmai una sinergia virtuosa e complementare, tanto da cominciare a pensare all’idea di un possibile gemellaggio con la città di San Casciano».
«La scoperta dei bronzi ci ha proiettato in un mondo ben più grande di noi – dice la sindaca Carletti – All’inizio abbiamo avuto un istinto di protezione verso i nostri bronzi, poi una volta che il ministero ha avallato la nostra richiesta di realizzazione di un museo che ospiterà i nostri bronzi in maniera permanente quando sarà pronto, la scelta che è stata fatta di esporli nei più grandi musei italiani è stata una scelta positiva e che abbiamo condiviso.
Per noi una grande occasione di visibilità, di far conoscere il nostro territorio e oggi, essere a Reggio Calabria assieme ai bronzi di Riace, alle due scoperte che sappiamo dal punto di vista storico e da tanti altri punti di vista molto diverse però per noi questo è un grande motivo di orgoglio e credo e spero lo sia anche per tutta la comunità italiana portare alla luce il nostro patrimonio e renderlo fruibile».
«Siamo entusiasti – afferma Sudano – personalmente non ho mai, da archeologo, avvertito la rivalità tra i bronzi di San Casciano e i Bronzi di Riace perché ho sempre saputo che l’importanza di questa scoperta è completamente diversa nel contesto, come oggetto, ma altrettanto fondamentale. Per questo motivo per me era importante averli qui al Museo per mostrare la differenza e far comprendere quanto è grande la storia che si può raccontare del nostro patrimonio culturale».
«L’importanza della scoperta di San Casciano sta in particolare, non solo nel modo in cui l’abbiamo vissuta tutti assieme – afferma Tabolli – un team internazionale, tante università diverse, giovani archeologi e archeologhe che vengono da tutto il mondo, 17 università con il nostro coordinamento dell’Università per Stranieri di Siena, ma è anche una possibilità di fotografare degli istanti di contesto, le nostre statue hanno la caratteristica, oltre alle offerte votive, le offerte vegetali all’interno della vasca termale, hanno la possibilità di fotografare istanti di un ritmo del culto e del rito, quindi non ci dicono solamente elementi legati allo studio del bronzo antico ma restituiscono l’insieme di azioni e stratificazioni rituali votive presso la sorgente termale.
È una grande fortuna contestuale poterla vivere in diretta sullo scavo. L’accostamento è iperbolico che però ha una caratteristica importante – conclude Tabolli – riconoscere nel tempo grandi scoperte che si legano alla presenza di capolavori in bronzo». Dello stesso parere il Direttore Generale Musei Osanna: «È una gioia poter aprire oggi qui a Reggio Calabria una mostra di grande rilievo. Dopo le tappe del Quirinale a Roma e del Museo Archeologico di Napoli, si è scelta Reggio ed è stata una scelta obbligata. Fin da subito la scoperta è stata agganciata a quella dei bronzi, non dal punto di vista qualitativo, ovviamente, ma come scoperta di bronzi che risulta importante in un contesto come quello di Reggio.
Nel mediterraneo avere un contesto ricco di bronzi, non solo statue, ma materiali come bronzetti, monete, ogni volta che si riprende con lo scavo centinaia di monete riaffiorano dalla fonte tra l’altro conservate benissimo, questo è un altro aspetto incredibile e poi l’aspetto più rilevante è che viene fuori da uno scavo ineccepibile, fatto da un’equipe interdisciplinare diretta egregiamente da Jacopo Tabolli che ha una ricetta che fa rete, c’è il comune, il ministero, con le due direzioni generali dell’archeologia e paesaggi e musei, insomma fare rete è sempre una carta vincente – continua dicendo – queste sono statue tripedanee cioè di tre piedi, circa un metro, che Plinio chiama l’onorata misura, è la tipica dimensione delle statue di San Casciano. Altra cosa sono i bronzi ma questi sono capolavori della bronzistica del V sec.
Li abbiamo accostati solo come scoperta di bronzi di grande rilievo. L’acqua della sorgente ha curato le statue come curava le membra delle persone e – conclude Osanna – sia le monete che le statue vengono fuori in uno stato straordinario». Il museo è aperto dal martedì alla domenica (lunedì chiuso), con orario continuato dalle ore 9 alle 20, ultimo ingresso ore 19,30. Fino ai 18 anni l’ingresso è sempre gratuito.
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