L'assessore regionale alle Politiche agricole Luca Braia in una vigna lucana
2 minuti per la letturaIl potenziale produttivo viticolo oggi è rappresentato da circa 5100 ettari, che potranno essere incrementati nei prossimi anni ma con l’obbligo di impiantare in regione
POTENZA – “La Basilicata è la prima regione a recepire nelle proprie disposizioni regionali, per l’applicazione del Regolamento Ue n. 1308/2013, il dettato dell’articolo 66 relativo agli indirizzi operativi per la gestione ed il controllo del potenziale produttivo viticolo che oggi é rappresentato da circa 5100 ettari, che potranno essere incrementati nei prossimi anni. Con l’obbligo di impiantare in regione, tuteliamo sia l’economia del settore che il paesaggio rurale”: lo comunica l’assessore alle Politiche agricole e forestali Luca Braia.
“Con le nuove disposizioni approvate dalla Giunta regionale, viene definito l’iter procedurale per la gestione del patrimonio viticolo e il rilascio delle autorizzazioni al reimpianto dei vigneti che, da regolamento Ue, sono concesse solo per le superfici vitate conformi alla stessa specifica Do o Ig delle superfici estirpate. Con questa specificazione – prosegue Braia – che la Regione Basilicata ha apportato al rilascio delle autorizzazioni al reimpianto, grazie al lavoro attento e puntuale condotto con gli uffici dipartimentali e dal responsabile del comparto vitivinicolo Filippo Corbo, e con il relativo provvedimento che recepisce le raccomandazioni espresse dalle organizzazioni professionali lucane in tema di valorizzazione del territorio e tutela del patrimonio vitivinicolo, poniamo un limite alle situazioni, consentite dalla normativa nazionale, per cui aziende extraregionali prendono in conduzione vigneti in Basilicata richiedendone l’estirpazione e, una volta acquisita l’autorizzazione al reimpianto, decidono di utilizzarla nell’ambito del loro fascicolo aziendale in terreni situati in altre regioni. Una tale pratica, seppur consentita, col tempo avrebbe come conseguenza una consistente perdita delle superfici vitate regionali, che vogliamo invece scongiurare anche per il crescente interesse che il mercato mostra verso le nostre produzioni, la cui qualità continua a migliorare grazie ad operatori sempre più qualificati ed attenti alle dinamiche relative non solo alle produzioni ma anche al marketing e ai mercati internazionali. Riteniamo, infatti, che la valorizzazione delle produzioni vitivinicole regionali certificate a Do e Ig non possa prescindere dalla tutela del paesaggio e del patrimonio vitivinicolo, dalle caratteristiche dei vigneti lucani, dalle varietà tipiche e dai metodi di produzione adottati che costituiscono gli elementi di garanzia della qualità del nostro vino, oltre che fattori di qualificazione del territorio rurale».
L’assessore spiega che «nelle superfici ammissibili per la produzione dei vini a denominazione di origine protetta o a indicazione geografica protetta, gli stati membri possono limitare il reimpianto alle superfici vitate conformi alla specifica denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta della superficie estirpata. Poiché l’intera superficie regionale – conclude l’assessore Luca Braia – è ammissibile alla produzione di vini a Igt Basilicata, le autorizzazioni al reimpianto verrebbero rilasciate solo per questa tipologia di vini con il conseguente obbligo di impiantare in regione».
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