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POTENZA – L’hanno vista partire sorridente, con le valigie in mano e un lavoro, la possibilità di farsi una vita e una famiglia poco lontano da casa, a Potenza.
E invece ora la famiglia Lagreca aspetta una salma, quella di Dora, 30 anni, morta in circostanze che ancora dovranno essere chiarite completamente. L’aspettano ad Arenabianca, frazione di Montesano sulla Marcellana (in provincia di Salerno), dove domani saranno celebrati i funerali della ragazza alle 10.30, nella chiesa di Santa Maria in Loreto.
Ieri l’autopsia all’ospedale San Carlo di Potenza, eseguita da Biagio Solarino del Policlinico di Bari e da Aldo Di Fazio, primario del reparto di Medicina legale del nosocomio lucano. Una doppia equipe – come voluto dal pm della Procura della Repubblica di Potenza, Chiara Guerriero – perché sul corpo della ragazza venissero effettuati tutti i possibili esami, da quelli chimici ai tossicologici. Che, infatti, sono stati molto accurati: l’autopsia, iniziata intorno alle 12.30, si è conclusa solo alle 19.30. Risultati tra 60 giorni. Per ora ci sarà il dissequestro della salma, che permetterà alla famiglia di riportare a casa Dora.
Una tragedia inaspettata, che ha lasciato tutti attoniti. Venerdì 8 ottobre, solo due ore prima di precipitare dal balcone di una mansarda in via Di Giura, Dora Lagreca aveva mandato un video a un’amica. Era in un locale, sorridente e felice. Niente lasciava presagire la tragedia successiva.
Dora Lagreca era così: sorridente e piena di vita. Così la descrivono tutti, amici e familiari che ora non riescono a darsi pace e rifiutano categoricamente l’idea che possa essersi trattato di un suicidio, così come raccontato dall’ultima persona che l’ha vista in vita, il suo fidanzato.
Antonio Capasso, suo coetaneo, è profondamente scosso, dice il suo avvocato, Domenico Stigliani. Che ribadisce: «Era davvero innamorato di Dora, aveva intenzione di avviare con lei un progetto di vita».
«È avvenuto tutto in pochissimi secondi. Ha anche cercato di fermarla, ma non ci è riuscito».
«Stavano discutendo – continua Stigliani – ma non una lite e da quanto mi ha riferito Antonio, nulla lasciava presagire questo triste epilogo». A conferma ci sarebbe il fatto che nella mansarda non sembrano esserci i segni di una violenta lite, tutto sembra in ordine. Nell’abitazione, dopo il sopralluogo dei Ris di Salerno ieri mattina, sembra che non siano stati trovati elementi che possano far pensare a una colluttazione tra i due fidanzati. Per ore, comunque, i Ris hanno cercato tracce anche sul balcone, dove hanno staccato una parte della copertura in alluminio del parapetto che sarà quindi ulteriormente analizzata. Accertamenti sono stati eseguiti pure sul terreno dove è precipitata la ragazza.
I due ragazzi venerdì sera avevano un appuntamento: dovevano andare a mangiare e bere qualcosa. Dora Lagreca nel pomeriggio aveva fatto visita alla sua famiglia.
In particolare si era fermata con una zia, con la quale aveva parlato del matrimonio di un cugino, che si sarebbe dovuto celebrare proprio in questi giorni. L’arrivo poi a Potenza e l’incontro con Antonio. Quella sera l’hanno passata in un locale in via Isca Del Pioppo. La trentenne poco dopo la mezzanotte ha mandato un video a un’amica. Tutto assolutamente normale, Dora sembra divertirsi.
Poco prima delle due poi il rientro in via Di Giura. La mansarda era nella disponibilità del ragazzo e i due ci andavano ogni tanto per passare la notte. Ma non abitavano lì.
Quella sera, probabilmente vista anche l’ora tarda, la decisione di recarsi in quella mansarda. Un monolocale di pochi metri quadrati e un bagno. I ragazzi rientrano ma è evidente che quella spensieratezza di qualche ora prima non c’è più.
«Hanno discusso – ha detto l’avvocato Stigliani – per una questione di gelosia». Una discussione che è continuata anche all’interno del piccolo monolocale. Diverse persone che abitano nel palazzo di via Di Giura non hanno sentito nulla, se non il suono dell’ambulanza che di lì a qualche minuto sarebbe arrivata.
Quando i soccorsi sono arrivati, Dora era completamente nuda. Era senza vestiti quando – come raccontato dal fidanzato – sarebbe andata verso il balcone del piccolo locale. Stando a quanto riferito dal legale di Capasso, la tragedia si è consumata in pochi secondi. E sono proprio questi momenti al vaglio degli inquirenti. Quello che è certo è che Dora Lagreca è precipitata da un’altezza di 12 metri. Nel cadere ha prima sbattuto la testa contro una parabola al primo piano dello stabile.
Poi la caduta si è arrestata sul piccolo prato attorno al palazzo di via Di Giura. La ragazza rovina per terra così com’era, senza vestiti. Antonio Capasso chiama immediatamente i soccorsi e – questo il suo racconto – scende in fretta e furia al piano terra. E’ scalzo. Indossa una camicia e un pantalone. Con la stessa camicia copre la ragazza in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Non la lascerà un attimo. Fino a quando i sanitari non la porteranno in condizioni disperate all’ospedale San Carlo, dove Dora è però morta un paio di ore dopo.
Troppo gravi le sue ferite. Erano passate da poco le 4. Una morte che ha lasciato qualche dubbio negli inquirenti, che infatti hanno interrogato il fidanzato per ore sabato scorso. Ma, inizialmente, nessun elemento sarebbe emerso. Solo lunedì mattina la decisione di iscriverlo nel registro degli indagati per istigazione al suicidio.
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