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Tropea, una delle mete più ambite nel turismo calabrese

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ALLE politiche turistiche regionali è richiesto un «cambio di passo». L’espressione ricorre spesso nel nuovo piano regionale di sviluppo turistico sostenibile 2023/2025, approvato dalla Giunta Occhiuto e depositato pochi giorni fa a Palazzo Campanella per l’avvio dell’iter di discussione da parte del Consiglio regionale. Piano che in circa 170 pagine descrive le azioni (e le visioni) che si intende mettere in campo per attuare quel «cambio di passo». Molte competono alla governance regionale, altre al governo centrale: si tratta di misure straordinarie destinate a colmare quei gap infrastrutturali che finora hanno condannato la Calabria a essere eterna periferia.

LO SCENARIO

Da colmare, dice il piano, ci sono «cinquant’anni di ritardo» della regione. «Probabilmente la Calabria è la regione che rivela il peggiore posizionamento rispetto alle proprie potenzialità – si legge – perché sembra non sia mai decollato un progetto organico sul turismo». Del resto parlano i numeri, quelli delle presenze, e il raffronto con le altre regioni italiane e in particolare con i competitor del Sud, come Campania, Puglia e Sicilia. La Calabria nel 2019, ultimo anno prima della pandemia, ha fatto segnare il suo record di arrivi e di presenze turistiche, con circa 9,5 milioni di presenze. Il primato storico delle presenze si è registrato anche riguardo alla componente estera del movimento turistico: 317 mila arrivi per circa 2 milioni di pernottamenti.

Un risultato – quello dei 9,5 milioni di presenze – che nel 2019 la vedeva però «solo» quattordicesima tra le regioni italiane. A incidere, sulla domanda, sembra la ridotta capacità della regione di attrarre turisti dall’estero (o anche dal nord Italia). «Nonostante il suo appeal anche a livello internazionale, di fatto circa il 90% del turismo è di prossimità proveniente dalla stessa regione o dalle regioni limitrofe, segnatamente dalla Campania dalla quale proviene la percentuale più alta dei turisti nazionali» rileva il piano. I turisti stranieri preferiscono alla Calabria le vicine Puglia e Sicilia: nel documento si calcola, per il 2021, una potenziale perdita di turisti stranieri pari a 842mila presenze. Ma anche rispetto ai turisti nazionali «la Calabria è in una situazione di “deficit” della domanda. Nel 2021 sono state registrate nella Regione 241,1 presenze di turisti italiani per km quadrato in meno rispetto alla Puglia».

OBIETTIVI E VISIONI: MARE E NON SOLO

Il piano punta innanzitutto a ristabilire il numero di presenze turistiche registrate nel 2019 (quei famosi 9,5 milioni), che la pandemia ha dimezzato nel 2020. Lo scorso anno si è assistito a un recupero (rispetto alla stagione più intensa dell’emergenza Covid), arrivando a sfiorare gli 8 milioni. Tornati ai livelli del 2019, si spera poi di salire fino a fare «della “Calabria straordinaria” meta turistica privilegiata del South Italy». Come? Con «una nuova narrazione che superi vecchi condizionamenti e tabù poggiando inizialmente sulla principale risorsa della regione: il mare». Questo nuovo «storytelling» si compone «di molte microstorie che messe insieme dimostrano quanto la Calabria sia una regione autentica», valorizzando «i tempi lenti, la lontananza dai circuiti sovraffollati, la dimensione dei piccoli borghi, le tradizioni millenarie, i piccoli beni storici diffusi, il patrimonio ambientale, i riti tramandati dalle piccole comunità».

Insomma tutto quello che richiede «il turismo post pandemico che ricerca la salubrità dei luoghi, il non affollamento, la ricerca di esperienze più che di luoghi unici, la possibilità di vivere all’aperto». Una ‘rivoluzione’ che, naturalmente, non si compie in una sola stagione. Per questo, il punto di partenza del piano resta il turismo balneare, al quale affiancare esperienze e proposte complementari (escursioni, degustazioni, itinerari) che andranno poi a sviluppare e far conoscere proposte di soggiorno alternative al mare.

PROGETTI PILOTA

L’offerta di un turismo diverso sarà veicolata, è la proposta, anche con il lancio di alcuni progetti pilota. Due sono quelli immaginati nel piano. Il primo è “Il festival annuale del turismo in plein air”: «Un festival del genere – si spiega – non esiste in Italia e neppure nel mondo e la Calabria è una delle regioni con la maggiore quantità relativa di posti letto del turismo all’aria aperta rispetto ai posti letto complessivi disponibili al proprio interno con una percentuale del 33,4%».

C’è anche una possibile data: il primo weekend del mese di maggio (del 2024, a questo punto). L’altro progetto pilota è «la Rassegna-festival internazionale Antiquam exquirite matrem, dedicata ai giovani cantanti emergenti che interpretano i suoni mediterranei in chiave attuale (folk, pop, rap, trap, Kpop, ecc. il genere musicale potrà essere definito in fase di studio di fattibilità) e destinato essenzialmente ai giovani». L’evento «dovrà essere totale e totalizzante» e chiudersi «aspettando il sorgere dell’alba sul litorale o anche su imbarcazioni con il coinvolgimento delle isole Eolie».

ENOGASTRONOMIA

Può mancare un riferimento al cibo quando si parla di Calabria? Ovviamente no. Nel piano si suggerisce di creare «un vero e proprio sistema enogastronomico regionale d’insieme». E si lancia anche un’ipotesi di «tipico pranzo calabrese», che vi proponiamo perché sappiamo quanto le tradizioni culinarie siano tema sentito. Il menu proposto si compone dunque di: pasta con la ‘nduja, sarde “a scapece” (fritte, cosparse con un trito di pane, prezzemolo e aglio e coperto da olio e aceto aromatizzato), il morsello catanzarese (quindi «trippa e frattaglie cotte nel vino rosso, pomodoro e peperoncino piccante» serviti in un panino o pitta), i mostaccioli di Soriano. Una proposta ‘impegnativa’.

“CHIEDITI COSA PUOI FARE TU PER LA CALABRIA”

Una parte del piano è dedicata al marketing e alla comunicazione della “Calabria straordinaria” (e autentica). Tra gli influencer da reclutare e una strategia nuova e diretta sui mercati dei Paesi esteri obiettivo, si propone anche il coinvolgimento dei calabresi stessi. Insomma, si intende fondare la promozione non solo sulle iniziative delle istituzioni, ma su «cosa può fare ogni calabrese per offrire un’immagine positiva della propria terra». Da qui l’idea della campagna “La Calabria sei tu”, che racconterà «chi si prende cura del territorio, degli spazi comuni, della propria dimora, le personalità che illustrano la Calabria nei diversi ambiti della cultura, dell’arte, dello sport, dell’economia».

MOBILITÀ

Il punto, però, è che tutta l’offerta turistica che si potrà mettere in campo non servirà a molto finché raggiungere la Calabria e visitarla al suo interno sarà così difficile. Lo dice lo stesso piano. «Lo sviluppo dell’offerta ricettiva deve essere avviato in parallelo a quello infrastrutturale. La bassa densità di turisti e strutture ricettive in diversi comuni calabresi è, infatti, causata dagli scarsi collegamenti tra i territori, che rendono difficile raggiungere queste destinazioni» si legge nel piano. Il punto non è neanche in fondo sbarcare in Calabria (se non arrivi dall’estero, almeno), quanto poi muoversi all’interno.

«Il sistema aeroportuale – registra il piano – sconta una scarsa integrazione in un sistema complessivo di servizi di collegamento interni alla regione Calabria. In particolare, la ridotta accessibilità degli scali aeroportuali è connessa all’assenza di collegamenti ferroviari diretti con i capoluoghi di riferimento». Qui però servono strumenti straordinari, da negoziare con il governo centrale. «Un Patto Stato Regione tipo il recente Patto di Napoli o il Cis Calabria?» è la proposta lanciata.

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