L'assessore regionale Mauro Dolce
2 minuti per la letturaCATANZARO – «La Calabria presenta la maggiore pericolosità sismica d’Italia: è la regione dove bisogna fare i conti con l’obsolescenza delle costruzioni e degli edifici, nonché con immobili progettati quando ancora le norme sismiche “moderne” non esistevano».
Nulla di nuovo sotto al sole. Le parole dell’assessore in materia di Infrastrutture e lavori pubblici della Giunta Occhiuto, Mauro Dolce, arrivano poco prima dell’annuncio di Palazzo Chigi: la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha concordato con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, alcune proposte emendative che saranno presentate al disegno di legge di bilancio per sostenere e promuovere, anche nel 2023, gli investimenti nei territori del Mezzogiorno, nelle aree cratere del sisma dell’Italia centrale, nelle Z.e.s. e nelle Z.l.s. E la Calabria, non a caso, rientra tra i territori interessati.
«I fondi sono molto importanti – aggiunge il supertecnico della Giunta regionale, Dolce – In Calabria in passato ne sono stati stanziati: in parte questi ultimi sono stati spesi, in parte devono tuttora fare i conti con la lentezza intrinseca a queste questioni, con autorizzazioni, approvazioni, burocrazia». Accanto al rischio sismico, poi, è necessario anche considerare la Calabria del rischio idrogeologico: le frane, le alluvioni, l’erosione costiera.
«Tutti fenomeni – dice ancora Dolce – che, sebbene abbiano caratteristiche diverse, sono collegati; e lo sono, se vogliamo, per il solo fatto di vivere sulla Terra. A ogni modo – prosegue – è proprio la Terra che dobbiamo rispettare; prendiamo in considerazione il consumo di suolo: in Calabria, e in generale, deve essere minimizzato. Non possiamo – chiosa l’assessore – realizzare nuove costruzioni». E poi c’è il tema della sensibilizzazione della cittadinanza, della comunità. «È un tema – dice il tecnico della Giunta Occhiuto – assai spinoso, di cui, anche per il mio ruolo in Protezione civile, mi sono spesso occupato.
Il punto – precisa Dolce – è che il cittadino diventa attento al rischio nel momento in cui si verifica l’evento critico, la tragedia. Poi è tutto un dimenticare il passato.
Ecco – conclude l’assessore regionale -, dovremmo tutti quanti comprendere che la prevenzione del rischio non è immediata e va fatta. Pure se ha dei tempi. E soprattutto dei costi».
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