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LA LEGGE GALLI SUL SERVIZIO IDRICO

Anche il contesto normativo in quegli anni cambiò. La “legge Galli” che regolamenta in Italia il servizio idrico e in parte anche quello dei rifiuti, emanata nel 1994, venne recepita in Calabria con la legge 10/97. La novità della legge era l’istituzione del servizio idrico integrato (acqua+depurazione) e l’individuazione di un soggetto unico per la gestione che avrebbe reso il servizio più efficace ed efficiente.

Mentre nelle Regioni del Centro Nord, il protagonismo dei Comuni e l’apporto dei capitali privati ha fatto nascere gestori innovativi, al Sud è prevalso l’uso politico e clientelare. La “legge Galli”, e le successive modifiche, a distanza di 25 anni dall’introduzione non è stata attuata. L’idea del servizio idrico integrato viene soffocato sul nascere affidando, nel 1999, la depurazione alla gestione commissariale. Dopo decenni i Comuni si sono trovati a gestire 640 depuratori con costi proibitivi e senza economicità nella gestione.

Nel 2006 il governo Prodi varò il decreto legislativo 152 che fissò ulteriori paletti aprendo un conflitto di attribuzione costituzionale con le Regioni, anni dopo, risultate soccombenti. Mentre il settore nel resto di Italia faceva salti in avanti la Calabria in parte la Sicilia, la Campania restavano ferma al palo.


La crisi idrica in Calabria:

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