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COSENZA – Le emergenze della Calabria ci sono tutte nelle 53 schede che lo staff coordinato da Vittorio Colao ha elaborato e consegnato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sanità, rifiuti, depurazione e idrico trovano spazio nei 6 obiettivi e macro-settori nelle iniziative pensate per la Fase 3 dell’Italia nel triennio 2020-2022. La diffusione del Piano è passato sotto traccia in Calabria, eppure ci sono ben delineati i problemi e le soluzioni, peraltro auspicate dall’Unione Europea (nei box potete leggere la situazione nei principali paesi europei) che minaccia di non finanziare investimenti senza piani operativi già approvati e gestioni pianamente operative.
Se ieri abbiamo parlato di rifiuti, oggi tocchiamo l’altro grande problema che è quello idrico, considerando che la Calabria è tra le regioni italiani più ricche di acqua, ma nello stesso tempo è quella che la gestisce peggio. Sono migliaia i cittadini che ancora oggi non hanno l’accesso all’acqua potabile 24 ore al giorno e il servizio risente della mancata copertura dei costi di funzionamento, assenza di investimenti per le reti idriche da oltre 30 anni a causa per l’alta morosità dei cittadini verso i Comuni. La nascita dell’Aic (Autorità idrica calabrese) che avrebbe dovuto modernizzare il settore ma ad oggi non ha prodotto nulla o quasi.
La crisi idrica in Calabria:
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La SORICAL non é servita a niente. Il sig. Abramo ha lasciato un debito pesantissimo..perché non lo si fa PAGARE!!! La gestione degli acquedotti della Cassa del Mezzogiorno era di gran lunga piú effciente. La gestione ritorni ai Comuni preso atto che é un bene pubblico..con un coordinatore regionale.