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COSENZA – Siamo ancora lì, ad una sanità regionale che non spende le risorse che ha a disposizione per garantire il suo stesso rilancio e, con esso, le cure essenziali ai cittadini calabresi. I Lea sono ancora sottosoglia e ci vogliono 28 minuti in media per far arrivare un’ambulanza sul posto dopo la chiamata d’emergenza. Sulle assunzioni a tempo indeterminato si attendono “chiarimenti” mentre la ricognizione del debito continua a camminare con lentezza. Non solo: la Regione ha ancora in pancia milioni di euro di fondi Covid non spesi, alcuni risalenti anche al periodo 2020 e 2021. In compenso “chiude” il risultato al quarto trimestre 2023 con un avanzo di 7,14 milioni di euro a fronte di un disavanzo iniziale di 126,4 milioni coperto in larga dalle entrate fiscali che i calabresi pagano con il massimo delle aliquote da 14 anni per mancanza di un sistema sanitario efficiente.

RISORSE PER LA SANITA’: MILIONI IN PANCIA NON SPESI PER I LEA

Anche stavolta il verbale del tavolo tecnico di verifica del piano di rientro della Calabria non fa sconti. Inizia con una valutazione sugli accantonamenti elevati. Indice «del più volte evidenziato ritardo nell’attuazione degli interventi di potenziamento del Ssr calabrese». La questione ritorna pochi paragrafi più avanti. I tecnici rimarcano «il ritardo nell’utilizzo delle rilevanti risorse per la sanità messe a disposizione dalle leggi nazionali per il potenziamento dei Lea e che sono tuttora accantonate». In pratica: la Calabria resta agli ultimi posti perché non si spendono i soldi. Solo nella Gestione sanitaria accentrata, la “cassa” centrale del sistema sanità, a fine 2023 erano accantonati quasi 347 milioni di euro ma anche le risorse “straordinarie” per garantire i Lea sono rimaste in un cassetto, circa 60 milioni “straordinari”

QUANTO COSTA LA FUGA DEI PAZIENTI

252,420 milioni di euro. È questo il costo dei pazienti che si curano fuori dalla Calabria. Un dato ancora fortemente in linea con i precedenti. Sul punto la struttura commissariale ha spiegato di star lavorando (con grande ritardo) ad un piano per frenare la mobilità dei cittadini calabresi.

RISORSE IN SANITA’: LE ASSUNZIONI

Gli accantonamenti sono ovunque. In un periodo di estrema crisi sull’emergenza-urgenza viene fuori che nella riunione di aprile i tecnici ministeriali hanno rilevato 12 milioni di euro messi da parte e in teoria stanziati “in emergenza” per far fronte al problema personale nei soccorsi. Risorse «assegnate dallo Stato per sostenere un piano straordinario per l’assunzione del personale». Complessivamente sono 19.716 a fine 2023 le unità presenti in Calabria, 220 in più rispetto all’anno precedente. 1.163 i contratti in più a tempo indeterminato (1.143 personale non dirigente, 70 dirigenti non medici). Ma si continua a perdere medici: 47 nel 2023.

IL DEBITO PREGRESSO

Quasi 873 milioni di fatture, 182,3 quelle pagate, 146,3 in corso. 138,2 sono in contenzioso mentre le richieste di extrabudget valgono 154,2 milioni. È il punto, a marzo 2024, del debito sanitario al 31 dicembre 2023 dopo la ricognizione imposta negli anni scorsi. Restano ancora circa 406 milioni di euro da “valutare”. L’operazione è dunque lontana dalla chiusura.

BASTONATA SU LEGGI E COMPETENZE

Roberto Occhiuto dovrà revocare il Dca 43 di febbraio 2024. In quel documento aveva disposto il riparto di circa 68 milioni di euro di avanzo di gestione in larga parte nell’edilizia sanitaria. Un’iniziativa “autonoma” che i ministeri censurano in un passaggio. Quel riparto, infatti, «non può avvenire sulla base di un’autonoma iniziativa commissariale (peraltro si segnala che non rientra tra i compiti del Commissario ad acta), ma avviene da parte dei Tavoli tecnici, come indicato dalla norma stessa, nei casi in cui i Tavoli ne abbiano ravvisato le condizioni. Ciò anche al fine di garantire uniformità di applicazione della legge nazionale tra le varie regioni (si segnala peraltro che tale norma è stata più volte oggetto di applicazione da parte dei Tavoli tecnici con riferimento a talune regioni sottoposte a piano di rientro, anche commissariate). Si conferma che in nessuna riunione dei Tavoli di monitoraggio è stata riconosciuta la possibilità di applicare» la legge in questione.

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