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COSENZA – Dopo anni nerissimi e una estate estremamente tragica si va verso l’ufficiale “unificazione” del sistema di pronto soccorso regionale. Nelle scorse settimane tutte le aziende sanitarie della Regione hanno sottoscritto e ratificato l’accordo che cede la gestione completa, concorsi esclusi, all’azienda sanitaria provinciale di Cosenza. L’Asp, come più volte specificato, è stata a sua volta delegata dalla superstruttura Azienda zero, ad oggi non ancora operativa.

Negli ultimi mesi tutte le procedure di acquisto mezzi e dispositivi sono state accentrate a Cosenza. L’ultima in ordine di tempo è quella per le dotazioni tecnologiche del primo soccorso: un appalto da oltre sette milioni e 700mila euro che dovrà partire nei prossimi giorni. Sessanta nuove ambulanze sono state presentate nei giorni scorsi, altre trenta dovranno arrivare entro la fine dell’anno, quaranta automediche invece saranno introdotte sempre nei prossimi mesi. Nel frattempo l’elisoccorso ha più basi e si sta studiando la loro abilitazione al volo notturno.

Stando alle previsioni della stessa azienda sanitaria per i primi mesi del 2024 tutte le procedure saranno completate e la responsabilità dell’intero sistema sarà assorbita all’interno dell’Asp. Questo ad esclusione delle procedure concorsuali, ad oggi espletate dall’Asp di Catanzaro, che dovranno tornare in capo ad Azienda zero il prima possibile. Nel frattempo tutti gli ospedali e le Asp regionali dovranno fornire un elenco completo delle dotazioni, obsolete e non, da redistribuire sotto unica direzione. Nei primi giorni di dicembre dovrebbe entrare in servizio il numero unico europeo 112.

Nei mesi successivi, e dopo una fase di prova “sul campo”, l’intero sistema di gestione del pronto soccorso regionale, dai pazienti in emergenza al trasporto di organi, documentazione e maxiemergenze sarà una responsabilità in capo al servizio emergenza di Cosenza, attualmente gestito dal dottor Riccardo Borselli. E questo vale anche per gli accreditamenti dei privati e il contatto con i servizi di emergenza ospedalieri per il contatto di team specialistici. Nel frattempo gli enti sanitari dovranno “cedere” tutte le risorse necessarie, in primo luogo i professionisti a bordo delle ambulanze, ed eventualmente stipulare i contratti anche con gli specializzandi in Rianimazione, Terapia intensiva e del Dolore e Medicina di Emergenza urgenza con “appropriati livelli di autonomia” raggiunti. In capo anche la formazione, attraverso soprattutto l’Areu, il sistema soccorso della Lombardia e l’ispezione di tutti i mezzi di soccorso operativi nella regione. Il tutto sostenuto dallo stesso sistema informatico attualmente in uso nel 118 e in fase di aggiornamento. Al momento l’Azienda, e solo per il suo territorio, può contare su 257 dipendenti in servizio nel 118: la dotazione dovrebbe salire entro il 2025 a 287. Un punto particolare riguarda il sistema integrato di telemedicina, per la comunicazione istantanea tra ambulanze e strutture ospedaliere e l’allargamento del sistema di telecardiologia in tutta la regione.

Sulla carta, dunque, si tratta di una vera e propria rivoluzione. Il punto più importante è agire sulla media che intercorre tra la chiamata dei mezzi e l’arrivo sul posto: al momento oltre i 28 minuti di attesa. Un tempo estremamente lungo e calcolato sulla base delle performance della stessa azienda in provincia di Cosenza nel 2022. Tempi che “risentono ancora del ritardo legato ai tempi di vestizione dei dispositivi di protezione individuati indossati dal personale quale misura anticovid).

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