La Camera dei Deputati
2 minuti per la letturaCOSENZA – La proroga di sei mesi al decreto Calabria, più qualche modifica, diventa legge. Ieri il voto finale alla Camera (160 favorevoli 54 contrari e 76 astenuti) ha concluso un percorso “lampo” che affida ulteriori poteri al commissario Occhiuto nella gestione sanitaria.
In primo luogo sui commissari straordinari che possono decadere entro sessanta giorni, se non confermati, dalla data in vigore del decreto. Nel frattempo però Occhiuto potrà nominare i prossimi manager seguendo le procedure ordinarie, tornando quindi alla nomina dei direttori generali. I contratti di lavoro flessibile di Agenas all’interno della struttura calabrese sono prorogati, con una dotazione di massimo 256.700 euro per il 2022 e di 577.500 euro per il 2023.
Questo personale adesso potrà essere assegnato anche al dipartimento Salute e ad Azienda zero, la super-struttura che dovrebbe accentrare le funzioni di 118, concorsi e appalti, nata un anno fa ma ancora non partita. Resta anche il blocco dei pignoramenti per come modificato dopo la sentenza della Corte costituzionale, i pignoramenti alle aziende saranno bloccati fino alla fine del 2023.
Nel passaggio alla Camera però si è assistito alla bocciatura di tutti gli emendamenti presentati, a firma per la maggior parte del Movimento 5 stelle. Nelle modifiche si puntava ad introdurre una verifica periodica sullo stato di attuazione del piano di rientro e meno discrezionalità nella nomina dei futuri commissari delle singole aziende. In più era stato chiesto ad Occhiuto di relazionare al Parlamento sulla gestione sanitaria calabrese.
Su questo la deputata pentastellata Scutellà, assieme a Tucci e Orrico, resta sulla barricate. «Questa maggioranza, la stessa che dai banchi dell’opposizione gridava allo stop al commissariamento della sanità per la Calabria e si rifiutava di votare per il decreto oggi approvato alla Camera, ha respinto le nostre proposte emendative, mettendo in atto un vero e proprio paradosso. Ciò che chiedevamo attraverso i nostri emendamenti era una maggiore trasparenza sia sull’operato del presidente Occhiuto, che sulla discrezionalità in capo al presidente di Regione nell’individuazione dei direttori generali, amministrativi e sanitari che andrebbero invece scelti attraverso selezioni pubbliche. Cosa c’era di tanto irricevibile nelle nostre proposte di portare alla luce e alla conoscenza dei cittadini calabresi l’operato compiuto dal commissario ad acta? Cosa non andava nel voler recidere il legame tra le nomine dei dirigenti della sanità e la politica che ad oggi hanno portato ad un evidente fallimento contraddistinto da un commissariamento ultradecennale?».
Mentre Furgiuele (Lega) chiede oggi maggiore collaborazione dello Stato per superare la situazione il commissario Occhiuto chiude soddisfatto: «Avremo uno strumento operativo in più per incidere realmente sulla governance delle Aziende sanitarie e ospedaliere».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA