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Il costo dei medici a gettone sostenuto dalle varie Asp della Calabria si è dimostrato fuori controllo: manca una regia unica centrale
Sui medici “a gettone”, ossia i camici bianchi chiamati a lavorare nelle aziende sanitarie tramite cooperative o agenzie internali è un vero e proprio caos amministrativo. Perché al momento in Calabria, la regione maggiormente colpita che cerca di fare scudo con l’arrivo più volte rimandato dei dottori cubani, regna una vera e propria anarchia.
IN CALABRIA C’È UN PROBLEMA CON I MEDICI A GETTONE
Non c’è infatti una struttura o un ufficio che detiene il controllo della spesa delle singole aziende, chiamate ogni volta a sopperire ad una cronica carenza di personale con iniziative singole. Questo, ovviamente, espone le varie aziende a contratti sempre differenti: costi all’ora che variano da Asp ad ospedale e spese milionarie che in questo momento nessuno controlla. La questione pochi giorni fa è stata sollevata dall’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione, con una lettera inviata al ministero della Salute.
In poche parole è stato chiesto di regolamentare il settore mettendo un “tetto” ai prezzi forniti dalle agenzie. In questa galassia di procedure negoziate a “perderci” è sempre il pubblico.
ANAC INTERVIENE SULLA CONGRUITÀ DEI PREZZI
«Nelle ultime settimane – scrive l’Anac – sono giunte ad Anac parecchie richieste di parere sulla congruità dei prezzi per “forniture di servizi medico-sanitari disposti in somma urgenza”. Aziende sanitarie e ospedali, specie in reparti “sensibili” come Pronto Soccorso e Anestesia, si trovano in grossa difficoltà operativa per mancanza di medici. Molti di questi si licenziano, per tornare allo stesso posto assunti da cooperative private, con costi orari e giornalieri moltiplicati. Non esiste, però, alcun quadro normativo certo, che possa indicare come procedere con tali assunzioni “a ore”, con quali limiti, entro quali prezzi, con che tipo di durata giornaliera. Anac si è trovata impossibilitata a dare indicazioni perché non c’è alcun provvedimento del ministero che ponga dei limiti, né alcuna legge o decreto che disciplini quanto sta avvenendo».
La questione in Calabria è particolarmente sensibile. L’Asp di Cosenza per esempio ha acquistato 210mila euro di prestazioni lo scorso anno e fino ad agosto 2022.
A scadenza di contratto ha prorogato la convenzione pagando 392mila euro per l’acquisto di ulteriori quattromila ore all’interno dei presidi ospedalieri. I dottori chiamati attraverso le cooperative hanno lavorato con un tariffario di circa 98 euro all’ora. Ad oggi l’Asp ha “bruciato” 602mila euro in poco più di un anno per pagare i medici chiamati con agenzie interinali.
I COSTI DEI MEDICI A GETTONE UN PROBLEMA PER TUTTA LA CALABRIA
Ma l’Asp di Cosenza non è la sola. Nei presidi di Polistena e Locri è attualmente in servizio la “Gap srl” di Pisa. A inizio anno, sempre a Cosenza, era stato proposto un accordo quadro con un costo di 2 milioni 261mila euro annui per esternalizzare completamente il servizio di selezione del personale in servizio. Nel Reggino invece fino a settembre scorso è andata avanti una convenzione che è servita a tappare i buchi estivi. Tutto questo al costo di 134mila euro per 90 ore in Pronto soccorso e 240 in anestesia e rianimazione per agosto. E ancora 90 di Pronto soccorso e 492 in Anestesia e rianimazione per il mese di settembre. Vale a dire 135 euro all’ora in Pronto soccorso e 150 in Anestesia.
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