Il governatore Nino Spirlì e il commissario Longo
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COSENZA – Ancora debito, ancora tasse che aumenteranno. Un piano covid che ancora non c’è e la gestione stralcio per far fronte al debito bocciata. L’ultimo verbale del tavolo di verifica relativo alla riunione di luglio scorso è una sconfitta per tutti i protagonisti. Il commissario Longo ma soprattutto il presidente facente funzioni Spirlì.
La sanità calabrese è un colabrodo ma chi di dovere non è riuscito a tenere sotto controllo il piano delle assunzioni straordinarie. C’è stato, però, il tempo di “bacchettare” i manager delle Asp e degli ospedali per non aver proceduto ad assumere. Un paradosso,
ANCORA DEBITO E TASSE SU
Il buco c’è ancora. A pesare restano le gestioni 2018 e 2019. La Calabria al quarto trimestre 2020 ha presentato un disavanzo di 86,4 milioni di euro, coperto totalmente dai 107,194 milioni di entrate (la maggior parte tasse). L’avanzo è quindi di 20,794 milioni. Quello che viene rilevato dai tecnici di Mef e Salute è che ci sono ancora 111,811 milioni non coperti relativi alle gestioni precedenti. Il buco, quindi è di 91,017 milioni. Ci sono dunque ancora una volta “le condizioni” per “l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale all’Irpef per l’anno d’imposta in corso, rispettivamente nelle misure di 0,15 e 0,30 punti”.
LO STRALCIO STRACCIATO
Bocciata l’ipotesi di una gestione stralcio per far ripartire il sistema senza lo scoglio dei debiti pregressi. Questo perché in primo luogo non si conoscono le cifre. Le Asp di Reggio e Cosenza non hanno bilanci, impossibile quantificare il buco. E quasi tutte le aziende che lo hanno presentato sono state bocciate da Longo. I tecnici in sostanza citano le altre regioni, a partire dai 10 miliardi di debito accumulati a suo tempo dal Lazio, e invitano la Calabria a fare come gli altri. Mettere in piedi un piano di risanamento nel prossimo programma operativo.
NESSUNA CONTEZZA SULLE ASSUNZIONI
Nonostante il decreto 150 del 2020 il piano assunzioni straordinario nel sistema sanitario calabrese è fermo perché manca il programma operativo 2022-2023. In piena crisi personale, al di là della pandemia in corso, non si ha il polso della situazione.
«La struttura commissariale e il Dipartimento regionale – si legge nel verbale – nel corso della riunione, confermano che il piano straordinario per l’assunzione di personale medico, sanitario e sociosanitario verrà inserito nel redigendo Programma operativo 2022-2023».
Ad entrare nella sanità calabrese in questo ultimo periodo sono state solo 1080 unità a tempo determinato. «I Tavoli chiedono di fornire, tempestivamente, ulteriori aggiornamenti riguardo allo stato di avanzamento delle assunzioni di personale».
LEA, LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
Il dato è stato anticipato qualche settimana fa. Il punteggio sui livelli essenziali di assistenza è al minimo storico: 125. Le criticità sono praticamente ovunque, dagli screening oncologici a quelli neonatali. Quasi tutte le aziende pubbliche e private hanno una percentuale troppo alta di parti cesarei rispetto al totale, l’assistenza domiciliare è quasi inesistente.
MINISTERI LENTISSIMI ANCHE CON l’EMERGENZA, PIANO OPERATIVO COVID ANCORA IN FASE DI “VERIFICA”
«Con riferimento alla nuova versione del Programma Operativo per la gestione dell’emergenza Covid trasmesso dalla struttura commissariale, rinviano al parere da rendersi».
Nonostante la Calabria sia l’unica regione d’Italia a non averlo si continua a tergiversare. Il 2 dicembre 2020 il commissario invia una bozza, a gennaio il ministero chiede delle integrazioni. A marzo viene inviata una seconda bozza, ad oggi non c’è nessuna risposta. A fine luglio, quattro mesi dopo, si era ancora in attesa di un “parere”.
LO SCONTRO CON L’UNIVERSITÀ
Nel verbale viene specificato che «i rapporti con l’Università Magna Graecia non sono di reciproca collaborazione». Il riferimento è a buco di cento milioni relativi alla svalutazione dei crediti della Fondazione Campanella. Nonostante le richieste di chiarimenti del tavolo pare non ci sia stata collaborazione tra gli enti per chiarire la situazione. In mezzo infatti ci sono ulteriori debiti tra a Aou Mater Domini e Università di Catanzaro e al momento nessuno è riuscito a mettere pace per cercare di arrivare ad una soluzione.
«Tavolo e Comitato – si legge – nel rilevare il permanere delle criticità nei rapporti tra la struttura commissariale e l’Università Magna Graecia, invitano la struttura commissariale a instaurare un adeguato rapporto di intesa».
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