Il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione
4 minuti per la letturaCOSENZA – Come si sono create le enormi voragini nei bilanci di aziende sanitarie e ospedaliere? Come è stato possibile pagare due volte le stesse fatture? E quale ruolo ha giocato la società di consulenza KPMG nel monitoraggio e la gestione del buco nero della sanità calabrese?
Domande che si pongono in molti. L’attività di un nostro cronista, Paolo Orofino, e le sue conversazioni con l’ex commissario alla Sanità, Massimo Scura, sono finite nelle intercettazioni della Guardia di Finanza e al centro della trasmissione “Non è l’Arena” (LEGGI). Sull’argomento, e in particolare sul lavoro svolto per anni dalla KPMG, sono intervenuti il deputato del M5S Francesco Sapia e il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione.
«È da diverso tempo – spiega in una nota Guccione – che mi sto occupando del ruolo che ha avuto la società Kpmg sulla tenuta contabile e finanziaria di Asp e Aziende ospedaliere. Il punto di partenza è la delibera di giunta regionale numero 892 del 23 dicembre 2009 con la quale è stato costituito l’Ufficio del Piano di Rientro in sanità e deliberato, inoltre, di prendere atto dei compiti contabili assegnati alla società KPMG Advisory S.p.a. A questo proposito le attività dell’Advisory riguardavano i seguenti ambiti: processo di ricognizione e riconciliazione del debito pregresso e costituzione della Bad Debt Entity (BDE) e dell’ufficio istruttore; supporto di programmazione e al monitoraggio regionale, gestionale e contabile; supporto nelle analisi e nelle verifiche dei dati aziendali per il processo del debito e per il monitoraggio gestionale e contabile».
«Dunque – prosegue Guccione – è da quando è stato dichiarato il Commissariamento della sanità calabrese che la Kpmg ha supportato i vari commissari da un punto di vista contabile e finanziario. Dal 2008 ad oggi la KPMG Advisory ha ricevuto compensi pari a € 11.015.878,23. È emerso che l’Asp di Reggio Calabria ha un debito di 920 milioni e non approva Bilanci dal 2012; la massa debitoria dell’Asp di Cosenza al 31 dicembre 2019 si attestava a 547 milioni di euro e non risultano approvati i Bilanci consuntivi 2018, 2019 e 2020. La massa del contenzioso come più volte affermato anche dalla Corte dei Conti è di oltre un miliardo di euro. Una domanda, però, è d’obbligo: cosa ha realmente fatto la Kpmg che per convenzione doveva avviare la ricognizione del debito e supportare Asp e Ao nella predisposizione dei bilanci?».
«È da chiarire anche la vicenda della costituzione della BDE – aggiunge – che sarebbe servita a pagare i debiti fino a 500 milioni di euro attraverso un mutuo trentennale che la Regione Calabria ha contratto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per ripianare i debiti di Asp e Ao fino al 2005. Cosa accadeva? Kpmg certificava le fatture da pagare e l’ufficio della BDE predisponeva i pagamenti. A un certo punto, però, il meccanismo si è inceppato: qualcuno sostiene che sia stata pagata due volte la stessa fattura e il commissario dell’epoca decise di utilizzare le risorse rimaste dal mutuo, suddividendole tra Asp e Ao, con il compito di far pagare alle singole Aziende i debiti fino al 2005».
«Su tutto ciò è necessario fare chiarezza: bisognerebbe partire da qui per ricostruire quello che è successo in questi anni soprattutto nell’Asp di Cosenza e in quella di Reggio Calabria con un disavanzo che ancora oggi non si riesce a definire. Sarebbe il caso – conclude il consigliere regionale – di capire quali debiti siano davvero stati pagati con il mutuo da 500 milioni che la Regione Calabria ha contratto per trent’anni per ripianare debiti di Asp e Aziende ospedaliere fino al 2005».
SAPIA: «KPMG TIRI FUORI LE CARTE»
«I conti della sanità calabrese non tornano e nessuno ne risponde. Eppure, la Regione ha un costosissimo advisor contabile, che si chiama Kpmg, di cui ad oggi non si conoscono i risultati». È quanto afferma, in una nota, il deputato Francesco Sapia, di L’alternativa c’é, componente della commissione Sanità.
«Finora, Kpmg – prosegue Sapia – ha ricevuto più di 10 milioni di euro. Sono una montagna di soldi dei contribuenti calabresi, che si ritrovano senza medici, senza infermieri e senza un’assistenza sanitaria adeguata. È quindi doveroso che la società Kpmg tiri fuori le carte, che dica che cosa ha accertato e ricostruito rispetto ai bilanci delle aziende del Servizio sanitario regionale, i quali restano un mistero e rappresentano un grosso problema del governo, che nella legge Calabria ha imposto ai commissari aziendali di approvare vecchi bilanci nel termine, impossibile, di 90 giorni».
«Per fortuna, dopo l’ultima trasmissione di Giletti – sostiene ancora il parlamentare – il caso Kpmg è tornato alla ribalta ed è diventato nazionale. Ho quindi interrogato i ministri della Salute e dell’Economia, visto che in Calabria siamo un bel po’ stufi di promesse che poi si rivelano fumose e vane. C’è la necessità e l’urgenza di conoscere in dettaglio l’operato di Kpmg, anche alla luce delle recenti intercettazioni relative all’inchiesta Sistema Cosenza, che danno l’immagine di una sanità regionale con valutazioni contabili, da parte di alcuni dirigenti pubblici, effettuate secondo un criterio spannometrico, direbbe il celebre giornalista Gian Antonio Stella».
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