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Una corsia di ospedale

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CATANZARO – Tutto cambia perché nulla cambi. Il “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa conserva una verità tutta calabrese, collegata alla gestione del sistema sanitario. Passano i commissari per il piano di rientro, spesso prima ancora di insediarsi, ruotano previsioni e nomi che coinvolgono personaggi di ogni calibro, ma nelle stanze dei “bottoni”, quelle dove si decide la vita quotidiana delle Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere, tutto resta come prima.

O meglio, si assiste alla rotazione più classica come si fosse in una porta girevole. I nomi restano sempre gli stessi, ma cambiano sede e ruoli. Nella sanità di Calabria c’è chi la mattina si sveglia consapevole di dovere andare a lavorare per dirigere importanti uffici, ma prima di mettere in moto l’autovettura per imboccare la direzione giusta, deve fare mente locale su dove sia stato destinato con l’ultima nomina.

Giuseppe Panella è stato nominato direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone lo scorso 7 aprile, con una deliberazione firmata dal commissario Domenico Sperlì. Appena dieci giorni prima, lo stesso Panella era stato esautorato dal suo ruolo di direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro. Nemmeno il tempo di riposare qualche giorno, dunque, che Panella ha dovuto dirigere la sua autovettura verso Crotone. Sperlì aveva ricevuto quattro candidature per questa nomina, ma «i requisiti professionali e di carriera posseduti dagli stessi – è scritto nella deliberazione – non risultano essere pienamente aderenti alle necessità aziendali e in linea con gli obiettivi strategici perseguiti dall’attuale Direzione generale». Per questo, Sperlì ha individuato Panella come «professionista non rientrante nell’ambito dei partecipanti alla procedura», vista «la comprovata esperienza professionale avendo ricoperto il ruolo di direttore generale e di direttore sanitario di vari enti del sistema sanitario regionale». Ed effettivamente, gli incarichi dirigenziali di Panella, negli anni, non sono stati pochi, per lo più legati all’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, dove ha ricoperto, tra le altre cose il ruolo di direttore sanitario (2005-2006), commissario straordinario (tra il 2015 e il 2017) e di direttore generale (2017-2019).

L’elenco di casi simili è lunghissimo. Maria Pompea Bernardi ha, invece, lasciato Crotone dove prima ricopriva l’incarico di direttore e di responsabile dell’Usca per dirigersi verso Vibo Valentia per il ruolo di commissario straordinario dell’Asp. Nomina decretata a gennaio dal commissario ad acta Guido Longo d’intesa con il presidente della Regione, Spirlì.

C’è, dunque, una sorta di “cerchio magico” di cui fanno parte un numero ristretto di manager che cambiano sede e vesti, ma non restano mai fermi. Restando alle recenti nomine di Longo, Giuseppe Giuliano è l’attuale commissario dell’Azienda ospedaliera “Mater Domini”. Anche lui ha dovuto modificare l’impostazione del navigatore in auto, dal momento che fino a poche ore prima si dirigeva verso l’Asp di Vibo per il suo ruolo di commissario.

Proprio Giuliano ha nominato Matteo Galletta quale nuovo direttore sanitario dell’Azienda universitaria “Mater Domini”, anch’egli volto noto della sanità calabrese, al punto da essere entrato nel toto nomi per sostituire Antonio Belcastro alla guida dell’emergenza Covid-19. Galletta ha rivestito fino alla nuova nomina il ruolo di direttore sanitario dell’Asp di Vibo, con trascorsi anche al Gom di Reggio Calabria oltre che in altre aziende sanitarie di fuori regione.

Rimanendo al “Mater Domini”, una menzione la merita anche Caterina De Filippo, attuale direttore medico di presidio, ruolo che negli anni ha alternato sia con quello di direttore sanitario che di direttore generale facente funzioni e, per un breve periodo, nel 2019, di commissario straordinario, oltre a qualche mese in cui è stata commissario ad interim dell’Asp di Cosenza.

Francesco Procopio siede da poco sulla poltrona di commissario dell’Azienda “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, mentre in passato è stato direttore amministrativo dell’Asp di Vibo, oltre che direttore di Struttura Complessa Ufficio Legale della stessa azienda.

Cambiando provincia il sistema non è diverso. Isabella Mastrobuono è il commissario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza e nel suo curriculum compare la nomina a commissario straordinario dell’Azienda “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro con decreto del Ministro della salute del 8 agosto 2019. In realtà questo ruolo non sarebbe mai stato assunto perché Mastrobuono si sarebbe dimessa prima di iniziare.

Vincenzo Carlo La Regina si è insediato lo scorso mese di gennaio quale commissario dell’Azienda provinciale di Cosenza dopo essere stato direttore del distretto di Castrovillari.

In questo continuo mutare per rimanere come prima, l’unica tranquilla sembra essere stata Iole Fantozzi, la sola manager ad essere stata confermata al suo posto nell’ultimo valzer di incarichi: la guida del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, senza cambiare il percorso quotidiano cui era abituata.

Il sistema della sanità calabrese è questo. Le nomine sono tutte ineccepibili, curriculum ricchi e corposi, validi professionisti del settore. Ma un dubbio rimane: se la sanità calabrese continua ad essere la più esposta alle critiche, alle indagini giudiziarie, ai disservizi, fino ai conti delle aziende bocciati, perché i nomi al vertice restano sempre gli stessi? Un interrogativo al quale nemmeno il neo commissario Guido Longo ha saputo dare risposte, considerato che anche lui ha proseguito sulla scia delle nomine dei “soliti noti”. L’idea, come mostrano molte deliberazioni, è di una scelta quasi obbligata visti i curricula presentati. Una sorta di annuncio del tipo: “Cerchiamo giovani professionisti, appena laureati, ma con comprovata esperienza”, che molte volte si trovano davanti quanti cercano un posto di lavoro. Ma in questo modo quell’esperienza non potranno averla mai.

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