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Ecco la proposta dei capigruppo di centrodestra per ridurre gli assessori regionali esterni in Calabria, la minoranza potrebbe dire sì
Conta sei assessori esterni su sette la Giunta del governatore Roberto Occhiuto. Troppi per la maggioranza, almeno a giudicare dalla volontà, condivisa da tutti i capigruppo di centrodestra, di reintrodurre un limite alla facoltà del presidente della Regione di scegliere all’esterno degli eletti i suoi assessori. Oggi restrizioni non ce ne sono: le cancellò a suo tempo il presidente Oliverio, alla vigilia del rimpasto che spazzò tutti gli eletti dal suo esecutivo.
La proposta di modifica statutaria presentata dai capigruppo di centrodestra, e che viaggia in combo con la modifica della legge elettorale per l’introduzione del consigliere supplente, prevede che il numero di assessori esterni alla giunta regionale non possa andare oltre il 30 per cento dei membri (ovvero 2 su 7). A conti fatti, nel caso in cui il Consiglio approvasse sia la modifica di Statuto che l’introduzione del consigliere supplente, dalla prossima legislatura la coalizione che vince avrà a disposizione cinque poltrone in più. Ovvero quelle che toccheranno ai consiglieri supplenti che subentreranno – in numero non inferiore a cinque, visto il limite imposto agli esterni – agli eletti nominati assessori.
MENO ASSESSORI REGIONALI ESTERNI IN CALABRIA? “VANTAGGIO” PER TUTTI
I consiglieri regionali di centrodestra non ne trarranno vantaggio ora (la modifica, come detto, entra in vigore dalla prossima legislatura), ma in chiave elettorale può essere un indubbio vantaggio: è un incentivo a candidarsi e e cercare voti, perché le chance di conquistare un posto in aula, seppur ‘a scadenza’ e legato alle sorti degli assessori interni, si moltiplicano. Un vantaggio per tutte le coalizioni.
Le ragioni, ufficiali, della modifica sono due: miglioramento dell’efficacia amministrativa (gli esterni sono meno efficienti?) e riduzione delle spese perché l’assessore interno prende una sola indennità (non cumula con quella di consigliere). In realtà il risparmio è apparente, perché se si approva, è c’è tutta l’intenzione di farlo, la norma sul consigliere supplente, si spenderanno comunque le risorse per le ulteriori indennità.
PER ORA SOLO IL DEM IACUCCI SI È DETTO POSSIBILISTA
Le minoranze, per ora, non hanno espresso una posizione chiara. In commissione Riforme, dove ieri è iniziato l’iter d’esame della proposta di modifica statutaria, è intervenuto solo il dem Francesco Iacucci. Che è parso possibilista, ma ha precisato che il gruppo deve ancora assumere una posizione ufficiale. «In merito alla norma in esame – ha detto Iacucci – ritengo che i consiglieri debbano svolgere i ruoli cui sono chiamati, compresi quelli di gestione. Esorto, quindi, a cercare di capire quale metodologia di lavoro utilizzare per trovare insieme, maggioranza e opposizione, una sintesi che dia maggiore forza alle istituzioni». Opinione sua personale, ha poi precisato: il gruppo discuterà a stretto giro delle tematiche relative alle riforme, assumendo una posizione ufficiale.
C’è stato un tema su cui maggioranza e minoranza ieri in commissione sono apparse concordi: una certa lentezza nell’iter con cui si approvano i regolamenti attuativi delle leggi, che restano, così, lettera morta. «Credo sia importante intervenire sui Dipartimenti della Giunta regionale che, a mio avviso, spesso rallentano l’attività di governo e l’efficacia delle disposizioni legislative non provvedendo alla predisposizione dei relativi regolamenti attuativi» ha l’azzurro Antonello Talerico. Sulla stessa linea Iacucci: esistono, ha detto, problemi procedurali che rallentano l’attuazione delle leggi.
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