Roberto Occhiuto in Consiglio Regionale
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Via libera al Consorzio di bonifica unico con 23 voti e la fiducia non serve più, il Consiglio regionale della Calabria ha licenziato la proposta di legge e su richiesta della maggioranza il presidente Occhiuto ha tolto la fiducia
LA RIFORMA dei Consorzi di Bonifica passa in Consiglio regionale e per il presidente Roberto Occhiuto è come passeggiare sul velluto. Non serve alla fine neanche la questione di fiducia per assicurarsi i voti della sua maggioranza, che già nella riunione pre-seduta – sgombrato il campo dai dubbi di Pietro Molinaro e da qualche chiacchierato malumore di Fratelli d’Italia per il richiesto ritiro degli emendamenti – aveva garantito al suo presidente i 21 voti necessari per licenziare la riforma. Su richiesta di Giuseppe Graziano prima e di Antonello Talerico, Giuseppe Neri e Michele Comito poi, Occhiuto alla fine la questione di fiducia l’ha anche revocata.
«Non bisogna convincere noi, diamo però alla minoranza la possibilità di condividere questa proposta» ha spiegato Talerico. Nel corso del dibattito il consigliere Ferdinando Laghi, ad esempio, aveva detto che era a favore della riforma nel merito, ma che non poteva votare la fiducia.
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La riforma ottiene alla fine 23 voti: ai 21 di maggioranza si aggiungono il voto di Francesco Afflitto (M5S) e di Ferdinando Laghi. Afflitto aveva annunciato il suo voto favorevole già in commissione Agricoltura, pur ‘separando’ il voto di merito sulla riforma su quello (all’epoca previsto) di fiducia. Il capogruppo del M5S Davide Tavernise ha votato no, in linea con la posizione annunciata nel pomeriggio dal partito. Laghi in aula aveva spiegato di essere favorevole alla riforma, ma che non avrebbe potuto votare la questione di fiducia.
CONSORZIO DI BONIFICA UNICO DELLA CALABRIA, L’INTERVENTO DI OCCHIUTO
Nel suo intervento un febbricitante Occhiuto («ho la febbre a 39, ma non potevo mancare, sarebbe stato insolito assistere allo scioglimento del Consiglio perché mancava il presidente» ha scherzato) aveva spiegato che della questione di fiducia a lui importava l’aspetto sostanziale
non quello formale. Cioè non gli interessava l’approvazione tout-court, ma che i 21 voti necessari per rendere legge la riforma arrivassero dalla sua maggioranza.
«La fiducia in una Regione come la nostra, che si basa su modello presidenziale e non parlamentare, non serve a delimitare le maggioranze. Quelle si formano al voto. La questione di fiducia serve qui ad ancorare la vita della legislatura all’approvazione di atti strategici – ha detto Occhiuto – Per questo ho chiesto alla mia maggioranza 21 voti: Io resto a fare il presidente se sono nelle condizioni di poter cambiare questa regione, altrimenti torno a sottopormi al voto dei cittadini».
A fine discussione, Occhiuto ha accolto la richiesta della sua maggioranza di ritirare la fiducia: «I muscoli li mostra chi è debole e vuole sembrare forte. Io non ho bisogno di mostrare i muscoli, tanto più nei confronti di una maggioranza che è sempre stata leale».
LA RIFORMA DEI CONSORZI È «UN ATTO DI CORAGGIO»
Della riforma, che prevede il Consorzio unico e la liquidazione degli 11 esistenti, Occhiuto ha detto che serve anche a mandare un messaggio al Paese. «Il Consorzio unico serve a dimostrare alla comunità nazionale che in Calabria si fanno riforme coraggiose: sono messaggi che consolidano una nuova idea di Calabria – ha detto – Solo l’opposizione non ha l’onestà
intellettuale di riconoscere che da un anno e mezzo, anche per l’atto di generosità di una maggioranza che consente al presidente di lavorare in autonomia, abbiamo una Calabria di cui si parla come di una regione che cerca di risollevarsi e fa cose in controtendenza rispetto al passato. Il Consorzio unico dimostra che quando facciamo le riforme le facciamo seriamente. Non più undici commissari, ma un solo ente che eviterà, ad esempio, che qualche commissario possa essere tentato, come in passato, di dare risposte clientelari indotte dalla politica».
Il Consorzio unico «sarà la new company che garantirà i servizi agli agricoltori – ha spiegato – Con un unico ruolo del personale, un bilancio unico, un unico centro di costo. Una rivoluzione».
LA RIFORMA DEL CONSORZIO DI BONIFICA UNICO DELLA CALABRIA
La proposta di legge è passata nel testo, pressoché intatto, approvato dalla Giunta. Le uniche modifiche apportate sono ispirate ad alcuni emendamenti proposti dalle organizzazioni professionali agricole – fin qui molto critiche nei confronti della riforma – e condivise dal presidente Occhiuto. Tra queste, l’aumento di risorse messo in campo dalla Regione: la Regione potrà un ulteriore contributo ai Consorzi con tetto massimo del 35 per cento sulle somme (in media 20 milioni) messe a ruolo dagli enti.
«È un incentivo – ha spiegato Occhiuto – ad aumentare le riscossioni, oggi ferme al 50 per
cento». Somme che si aggiungeranno ai circa 17 milioni di euro stanziati sul biennio 2024/2025 (più 2 milioni per l’esercizio corrente) per la riforma, che serviranno per finanziare la fase di start up del nuovo Consorzio unico e le attività dell’ente.
La maggioranza ha ritirato tutti gli emendamenti, che saranno riproposti in una seconda fase per essere approfonditi meglio. «La maggioranza – ha spiegato la presidente della commissione Agricoltura Katya Gentile – si è riservata un momento successivo di revisione».
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