L'aula del consiglio regionale della Calabria
4 minuti per la letturaÈ QUASI pronto per approdare in Consiglio regionale il bilancio consuntivo 2022 della Regione Calabria. Il faldone da 3.800 pagine o giù di lì è stato depositato a Palazzo Campanella, pronto per passare dall’esame delle commissioni prima e dal voto finale dell’aula poi. È un rendiconto che chiude a 10 miliardi e mezzo di euro i conti dell’esercizio 2022, in buona parte assorbiti dalla sanità. «Le somme di parte corrente allocate nel bilancio di previsione 2022-2024 sono state impegnate per il 79% e pagate per circa l’88% – si legge nella relazione che accompagna il documento contabile – Nell’ambito delle spese correnti impegnate nell’anno 2022, circa l’80% è destinato alla sanità».
Per quanto riguarda invece le spese in conto capitale, «il 39% è destinato agli investimenti relativi ai programmi comunitari e nazionali (risorse Por, Fsc e Pac), circa il 20% afferisce a investimenti effettuati con risorse statali e circa l’8,33% è destinato alla copertura dei disavanzi in sanità». Le entrate, per la parte di competenza, «ammontano a 8 miliardi di euro circa. Di queste, sono stati regolarmente accertati 6 miliardi 600 milioni di euro e riscossi 4 miliardi e 700 milioni circa».
Il rendiconto è il momento in cui si tirano le somme dell’anno trascorso e si affronta anche quel fantasma che si aggira tra le stanze degli uffici ragioneria di tutti gli enti locali e le amministrazioni pubbliche: i residui. Una montagna spesso ardua da scalare, formata dai cumuli degli incassi previsti e mai riscossi e delle spese impegnate ma non ancora onorate. Tema che la contabilità pubblica ha molto a cuore, perché quelle masse di crediti e debiti ereditate che si trascinano di bilancio in bilancio rischiano di mettere in pericolo gli equilibri. Di tanto in tanto quindi le nuove regole impongono di sforbiciare, stralciando le somme più antiche, non più esigibili.
Come stanno i conti della Regione Calabria al riguardo? A giudicare dai numeri, la massa di residui che si trascinano non è certo poca cosa. E tra i cattivi pagatori da cui la Regione avanza da tempo somme ingenti ci sono i Comuni, che non pagano (o pagano con molto ritardo) le tariffe dovute per acqua e rifiuti. Certo, non è che i municipi lo facciano apposta: a loro volta sono creditori di lungo corso nei confronti dei propri cittadini. Fatto sta che sul fronte rifiuti la Regione vanta crediti pari a quasi 200 milioni di euro e per quanto riguarda il servizio idrico a 260 milioni.
RIFIUTI
«I crediti vantati nei confronti dei Comuni a fronte dell’erogazione sino all’anno 2019 del servizio di smaltimento dei rifiuti (ora cessata), alla data del 31 dicembre 2021 erano pari, complessivamente, a 215,58 milioni di euro. Nel corso dell’anno sono stati riscossi, complessivamente, oltre 12,12 milioni di euro (riscossioni in conto residui) e sono stati eliminati oltre 9,6 milioni di euro – si legge nella relazione – Al termine dell’esercizio finanziario 2022, inoltre, sono presenti residui attivi di nuova formazione pari a 205mila 628,73 euro».
A conti fatti «alla data del 31 dicembre 2022 quindi, i residui attivi per l’erogazione del servizio rifiuti solido urbani nei confronti degli enti locali ammontano, complessivamente, a 194,04 milioni di euro circa». Crediti per i quali arriverà il momento della riscossione coattiva. «Per i Comuni che non hanno ancora aderito al Piano di rateizzazione (nel 2022 sono stati rateizzati crediti pari a circa 6 milioni e mezzo di euro, ndr) e che non stanno pagando i propri debiti, terminato lo stallo originato dalla emergenza sanitaria – si avverte nella relazione – il Dipartimento sta provvedendo ad emettere l’ordinanza di ingiunzione a carico di detti Enti locali e a effettuare la riscossione coattiva del credito».
SERVIZIO IDRICO
Sull’acqua tra Regione e Comuni c’è un contenzioso antico, al punto che nei bilanci della Cittadella dal 2015, «in via prudenziale», le somme registrate nelle scritture contabili regionali «sono inferiori rispetto a quelle vantate nei confronti dei Comuni per la gestione del servizio idropotabile». La Regione «vanta crediti complessivamente pari a 257,89 milioni di euro, di cui oltre 97 milioni di euro sono stati oggetto di rateizzazione (riducendo, contestualmente, i residui attivi) e sono iscritti, in base al piano di rateizzazione, negli esercizi 2022 (considerate le rateizzazioni concesse nel 2021) e successivi – si legge nella relazione – Come già specificato negli esercizi precedenti, il valore dei residui attivi ancora presenti in bilancio è inferiore rispetto al volume dei crediti su indicati e, al termine dell’esercizio finanziario 2022, tenuto conto dell’entità delle riscossioni registrate e delle eliminazioni dei residui effettuate nell’anno, i residui sono complessivamente pari a 101,10 milioni di euro».
Una parte è di recentissima formazione: pur concordando piani di rateizzazione con la Regione, non tutti i Comuni riescono a tenere il ritmo. Sugli oltre 100 milioni di residui a bilancio, quindi, «l’importo di circa 2,07 milioni di euro afferisce alle rate dell’annualità 2022, accertate a seguito dell’adozione del piano di rateizzazione dello scorso anno, ma non integralmente pagate da parte di Enti locali entro l’anno».
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