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Francesco Afflitto, consigliere regionale del M5S

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COSENZA – Se l’approvazione della proposta di legge volta a far nascere la multiutility dell’acqua e rifiuti era scontata, non così l’andamento del voto in aula. Alla fine il presidente Occhiuto ha incassato 22 voti favorevoli, mentre la sua maggioranza è composta da 21 unità, lui compreso. Quel voto in più è stato espresso da Francesco Afflitto, 70 anni, dirigente medico in pensione, eletto con il M5s nella circoscrizione Nord con poco più di 1900 voti.

Afflitto, si sente un traditore nel senso di aver tradito il mandato elettorale ricevuto?

«Assolutamente no, il mio mandato è curare gli interessi dei calabresi e così ho fatto».

Qualcuno però la definisce già quinta colonna del centrodestra. Non è che pensa ad un salto della quaglia?

«Nemmeno per idea. Sono stato eletto nel M5s e qui starò. Non ho nessun accordo con nessuno, nè intenzione di passare da qualche altra parte. D’Altronde anche quando ho fatto il consigliere comunale di maggioranza a Cirò non sempre ho votato seguendo le indicazioni del sindaco. Sempre votato ascoltando la mia coscienza. Addirittura una volta per approvare una pratica che non mi convinceva aspettarono il mio viaggio di nozze, pensi lei».

Va bene, ma cosa mi risponde se le dico che è stato poco accorto politicamente, in fondo il suo voto alla maggioranza non serviva, perchè si è esposto?

«Per me la politica non è calcolo. L’ho fatto coerentemente con la posizione che avevo espresso in sede di commissione di Vigilanza il 22 febbraio scorso».

Non mi risulta che questa legge sia passata in commissione Vigilanza…

«La legge no, ma abbiamo audito il commissario liquidatore di Sorical, l’avvocato Calabretta. A quella seduta parteciparono pure sia Amalia Bruni, sia Ernesto Alecci. Tutti abbiamo concordato che il sistema così come è stato organizzato finora è fallimentare. Proprio il collega Alecci in un suo intervento ribadiva l’assoluta necessità di arrivare ad un soggetto gestore unico. Adesso che si va in questa direzione perchè avrei dovuto dire no? Per questioni di bandiera? Io non faccio l’opposizione tanto al chilo, la faccio in quello che credo  nel rispetto della nostra Costituzione che non pone vincoli di mandato».

Ma converrà che da un rappresentante dell’opposizione ci si aspetti almeno un’astensione… che le hanno detto i parlamentari del M5s? L’hanno chiamata?

«Per la verità no. Mi ha chiamato solo Massimo Misiti che ha voluto capire alcuni passaggi. Poi ho interloquito con alcuni attivisti ai quali ho spiegato la situazione. Polemiche non ne ho sentito. D’Altronde anche il deputato Giuseppe d’Ippolito, che alla Camera è membro della commissione Ambiente, chiedeva a gran voce una multiutility per la Calabria. Quindi non capisco lo scandalo».

Qualcuno si è lamentato che sia passato tutto sulla testa dei sindaci, senza concertazione, nemmeno con i consiglieri…

«Questo è vero, ma c’è un motivo ovvero i tempi tecnici. I bandi sull’idrico del Pnrr sono a scadenza ravvicinata, non c’era il tempo per queste cose. Il presidente Occhiuto ha detto che eventuali modifiche verranno apportate nel prossimo consiglio».

Però i vostri emendamenti non sono passati. Ne avevate proposti tre. Il primo sulla nomina del direttore generale, da attribuire al comitato d’ambito composto dai sindaci e non al Governatore. Il secondo l’inserimento d’ufficio dei comuni sopra i 50.000 abitanti nel comitato d’ambito. Il terzo il passaggio da un solo revisore dei conti a tre…

«In realtà quest’ultimo emendamento è stato approvato. Gli altri due no. Però noi insisteremo nelle prossime occasioni. Ribadisco che la cattiva organizzazione ci ha già fatto perdere 104 milioni di euro. Vogliamo perdere ancora altri soldi? Io non ci sto e per questo ho votato si».

Ma fra il dire e il fare ne corre. L’acquisizione di Sorical da parte della Regione è solo il primo pezzo di un percorso. Per avere il gestore unico poi Sorical o chi per lei dovrebbe prendere in gestione tutti gli impianti di depurazione, la distribuzione dell’acqua al dettaglio ecc. Ce la faremo?

«Intanto siamo partiti e questo è un fatto. Ricordo che la Sorical è in liquidazione così come il Corap che gestisce una serie di depuratori. Era urgente mettere mano e riorganizzare il settore e non si poteva farlo con una scatola vuota come Cosenza Acque».

Ma a lei questa acquisizione di Sorical convince? Va bene l’euro, ma poi la Regione subentra in tutti i diritti, attivi e passivi, della società…

«Anche questa mi sembra una strada obbligata dopo aver audito in commissione l’avvocato Calabretta. Ci sono accordi parasociali, che risalgono al 2004, e che prevedono in caso di revoca della concessione una penale che la Regione dovrebbe dare al privato di circa 60 milioni. Aggiunga che il vecchio debito per il quale il fondo tedesco ha pignorato le azioni per gran parte si è estinto e la Regione su questo ha messo circa 3 milioni l’anno. Non siamo come con la Sacal per cui se veniva meno la concessione il privato restava con un pugno di mosche in mano. Qui ci sono penali. Allora cerchiamo di rendere efficiente l’unica società che ha il know how per affrontare questa sfida».

Ma perchè il suo collega Lo Schiavo si è così arrabbiato?

«Dovrebbe chiederlo a lui»

Ha detto che lei non doveva parlare a nome della commissione..

«Difatti non l’ho fatto. Ho solo riportato le conclusioni di quella seduta e un passaggio dell’intervento del collega Alecci, aggiungendo che su quella linea mi sarei attenuto. Così ho fatto. Il resto sono polemiche inutili»

Insomma lo rifarebbe?

«Si se si votasse altre cento volte, voterei si altrettante volte».

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