Nino Spirlì
2 minuti per la letturaAll’indomani della visita di Matteo Salvini in Calabria, dove ha partecipato agli Stati generali della Lega, in vista delle elezioni regionali previste in autunno, i giornali calabresi hanno titolato: “Boomerang per Spirlì”, “Salvini scarica Spirlì”, “Doccia fredda per Spirlì”.
Due giorni prima, la sottosegretaria della Lega, Stefania Pucciarelli, giunta in Calabria al raduno leghista, aveva chiaramente lasciato intendere che alle prossime elezioni regionali calabresi la guida del centrodestra spettasse a Nino Spirlì, attuale governatore facente funzioni, dopo la prematura scomparsa di Jole Santelli, governatrice eletta nel gennaio 2020, che lo scorso ottobre, purtroppo, ci ha lasciati (LEGGI LO SPECIALE).
“Oggi abbiamo queste nuove elezioni – aveva detto la sottosegretaria leghista e sinceramente il candidato lo abbiamo già. La prossima amministrazione sarà ufficialmente portata avanti da un presidente a marchio Lega”. Tali parole, però, sono state poi smentite da Salvini.
Il governatore Spirlì, però, rispondendo alle nostre domande, ci ha detto di non essere rimasto deluso.
Stefania Pucciarelli, arrivata in Calabria due giorni prima di Matteo Salvini, aveva lanciato la sua candidatura. Poi Salvini ha riportato tutto come prima: il candidato del centrodestra spetta a Forza Italia. C’è un po’ rimasto male?
«Certo che no. Non c’è mai stata aspettativa in tal senso. Il centrodestra unito saprà scegliere il candidato giusto per governare, per amministrare la Calabria. Da parte di questa Giunta, da parte mia, tutto l’impegno a continuare, fino all’ultimo giorno, a realizzare il progetto condiviso con Jole fin dal primo minuto».
La sua popolarità è giocoforza, facendo da mesi il presidente della Regione, decisamente aumentata. Ma togliendo il “giocoforza” in molti le riconoscono come merito un modo diverso di comunicare, che un po’ non ti aspetti da un governatore. È vero?
«La popolarità è il frutto di un serio impegno. Me l’hanno regalata, nel tempo, il teatro, la televisione, la comunicazione, la scrittura di libri. E, forse, l’umiltà e la normalità, alle quali non rinuncio. Ringrazio Dio per avermela concessa».
Se non sarà il candidato governatore, cosa sarà?
«Sempre Nino Spirlì».
Ieri Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano ha ripreso una sua frase sul “Gay pride” e su quei tanti che salgono sui carri della manifestazione. Nell’attività politica la sua dichiarata omosessualità le ha creato qualche ostacolo da aggirare?
«No, perché, pur vivendola pubblicamente, non la ostento come particolarità, appartenenza o, addirittura, specialità».
L’essere attore di teatro quanto l’ha aiutata quando all‘improvviso si è ritrovato a dover ricoprire il ruolo di protagonista sulla scena politica?
«Vivere la scena rafforza e rende sicuri. Ma non bisogna credere che chi è attore sia uomo in mostra: interpretare un ruolo, a teatro, significa conoscere bene il posto che si deve occupare e il tempo in cui si deve intervenire».
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