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La sede della Sorical

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CATANZARO – L’avventura della Sorical finisce qua. Almeno della società per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. Ieri infatti l’assemblea dei 40 sindaci dell’Aic (l’autorità idrica calabrese) ha deciso che il futuro gestore del servizio idrico integrato avrà una forma interamente pubblica. Questo vuol dire che i soci privati di Sorical, i francesi di Veolià, devono essere liquidati. Come e in che modo è una partita ancora tutta da scrivere. Il punto fondamentale è che l’assemblea dei sindaci crede di aver adempiuto alle condizioni abilitanti richieste dall’Ue per accedere ai finanziamenti europei. Fra queste c’era anche la presenza di una governance stabile dell’Aic. Difatti ieri è stato nominato il direttore generale nella persona dell’ing. Francesco Viscomi.

«Grande soddisfazione per il risultato raggiunto nonostante il Covid, le elezioni regionali e la prematura scomparsa del presidente Santelli che ci hanno rallentato – dichiara il presidente dell’Aic, Marcello Manna – Voglio rivolgere un plauso ai miei colleghi che hanno avuto grande senso di responsabilità e hanno dimostrato che i sindaci sono in grado di guidare il cambiamento di questa regione». Una frase da tenere presente per le imminenti elezioni regionali. Ma le cose non sono filate proprio liscissime, nel senso che in mattinata c’era stata una riunione del direttivo che chiedeva un rinvio dell’assemblea in quanto molti sindaci erano impegnati nei consigli comunali dedicati al bilancio. Manna, però, ha voluto accelerare perché si è perso troppo tempo intorno la questione.

In assemblea il più battagliero è stato poi il sindaco di Castrolibero, Giovanni Greco, che ha avanzato dubbi sul metodo di individuazione del direttore generale. Difatti l’Aic aveva proposto tre nomi alla Santelli. Lei ne aveva scelto uno che però ha ritirato la sua disponibilità. A quel punto l’Aic ha scelto in autonomia sostenendo che comunque la Regione aveva in qualche modo certificato che gli altri due profili erano adatti al ruolo. Quindi si è proceduto all’elezione di Viscomi sia pure con alcuni comuni che si sono astenuti (cinque), mentre il rappresentante del Comune di Cosenza, Vincenzo Granata, dopo il suo intervento ha lasciato la riunione senza votare in aperto dissenso con la presidenza. Anche lui ha sottolineato come la nomina non sia stata concordata col presidente della giunta regionale e nemmeno poteva esserlo visto che non c’è. Insomma l’area urbana cosentina è uscita profondamente divisa sulle vicende dell’acqua. Comunque sia il direttore è stato eletto e questo in una regione dove tutto è commissariato è già un successo.

Il secondo punto riguarda la forma pubblica. Anche qui si sono registrati dei voti contrari perché la relazione degli esperti che spingeva verso la società in house non conteneva alcun numero, non aveva un piano industriale, il fabbisogno di personale e soprattutto non veniva esplicitato il ruolo dei sindaci, che rischiano di trovarsi a gestire una situazione che già in partenza rischia di essere in salita, nella società. Anche qui però la maggioranza ha votato per la formula della società in house che, come dicevamo all’inizio, adesso deve essere tutta costruita. I consulenti dell’Aic hanno bell’e pronte due opzioni. La prima è la pubblicizzazione di Sorical, la seconda è la creazione di una nuova società di cui è stato trovato persino il nome “Calabria Acqua Bene comune Spa” con tanto di Statuto già redatto. Quale delle due opzioni sia la più percorribile è oggetto di discussione apertissima. «A partire da subito», dice Manna.

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