L'aula del Consiglio regionale
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – La Mes è finita. Il film di Nanni Moretti non c’entra, il fatto è più prosaico. Il Mes, al maschile questa volta, inteso come Meccanismo europeo di stabilità, ha animato il Consiglio regionale di ieri che dalle prime battute sembrava aver trovato la pace dei sensi. Insomma, l’assemblea, usa a raccogliere fuori-sacco, ha accolto, in apertura, le varie proposte di mozioni e ordini del giorno presentate dai vari consiglieri.
Si è passati dai cinghiali al riconoscimento, unanimemente espresso, del ruolo di Sibari come patrimonio dell’Unesco, dai precari della scuola, al Mes appunto, illustrato in apertura da Carlo Guccione. E qui è finita la pace perché Filippo Pietropaolo, del partito della Meloni che è diventata leader europea dei conservatori, ha ricordato che questo è un problema esclusivo di lite tra Pd e M5S, quindi da bocciare. Ma Sinibaldo Esposito, in veste di paciere, ha ricordato che questa misura economica è problema nazionale che sarà trattato dalla Conferenza Stato-Regioni; mentre Domenico Bevacqua (Pd) ha rammentato che Jole Santelli e Silvio Berlusconi erano e sono d’accordo per utilizzare i fondi del Mes, da destinare, secondo i proponenti, a ridurre i costi del debito sanitario calabrese, mentre il recovery fund – altra storia – potrebbe finanziare il Ponte sullo Stretto secondo i desiderata del centrodestra.
Sul Mes è intervenuto anche il presidente Tallini, affermando: «l’ordine del giorno ha dato la possibilità di discutere serenamente e costruttivamente su una problematica che ha diviso le coalizioni anche in sede di governo. L’argomento non trova una collocazione politica dal punto di vista ideologico o di coalizione. Tutti sono concordi sul fatto che il Mes possa rappresentare una occasione. Il Mezzogiorno dovrebbe essere al centro delle politiche nazionali ed europee. Invito a trovare un punto di incontro che possa convincere anche chi ha annunciato il voto di astensione».
Sempre Tallini ha fatto da mediatore, circoscrivendo e riducendo il focus di una possibile insorgente polemica. Alla fine il sostegno all’utilizzazione del Mes, per quello che vale in termini pratici, è stato approvato con l’astensione dei cinque consiglieri che fanno riferimento a Fratelli d’Italia, il quale partito ha fatto dire all’assessore Fausto Orsomarso (che presidiava il banco della giunta con il collega Gianluca Gallo): «alcun voto potrà impegnare la Presidente, in un dibattito nazionale, ad esprimere una posizione. Il dibattito politico è affidato al governo, l’ordine del giorno odierno potrebbe rafforzare il Pd, ritengo che la maggioranza dovrebbe astenersi dal voto in quanto la Presidente Santelli non può essere impegnata in tal senso». Sarebbe stato interessante sentire sul punto la governatrice.
Questa è stata la prima divisione, pubblica, nel centrodestra. Sicché, nell’economia generale di ieri, questo è stato anche l’unico sussulto politico. Ma la testa dei consiglieri era rivolta al ballottaggio di domenica. Rispetto al quale sono state spese inutili energie per valutare possibili apparentamenti che ufficialmente non ci sono stati. Ufficialmente. In realtà ci sono stati e come, ma sottotraccia.Tornando all’assemblea di ieri sera, il seguito della seduta ha visto un dibattito spezzettato su singole pratiche, interrogazioni e simili. Tante pratiche sono state rinviate o perché l’ora si era fatta tarda o per l’assenza dei proponenti.
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