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CATANZARO – L’appetito vien mangiando. “Italia Viva” ne è l’esempio. Il partito che Matteo Renzi ha fondato il 18 settembre scorso, non aveva in programma, per loro esplicita ammissione, di presentarsi alle elezioni regionali. Forse non si sentiva preparato. Tuttavia questa nuova formazione ha il capo assoluto e ora anche il simbolo, ma non ha né lo statuto né gli organismi eletti. Un partito monocratico che ovviamente non può stare con le mani in mani, crogiolarsi nell’autoreferenzialità, sebbene la tentazione sia forte. Esso deve darsi necessariamente strumenti organizzativi, a partire dalla novità dall’iscrizione online che mutua la modalità grillina.

Gli è che in politica, saltando un turno elettorale, si rischia di perdere aderenza, si allenta il contatto con i simpatizzanti, con i potenziali sostenitori. Sicché, ora che il neo-gabbiano si è alzato in volo, nei renziani vecchi e nuovi è maturata l’idea di “sporcarsi” le mani, partecipando alle varie competizioni elettorali, qualunque esse siano, qualunque dimensione esse abbiano. E alla Leopolda, fuori dai riflettori, i renziani territoriali hanno parlato anche di questo.

Il tempo è tiranno, molto breve, ma la volontà di muoversi è altrettanto forte. In Emilia-Romagna non è escluso quest’approccio, in Toscana si assapora l’affermazione visto che i sondaggi danno Iv all’8,4 %, in Calabria, che il traguardo è più ravvicinato, #sepoffà. Si può fare. Insomma, non è un tabù. Anzi.

Partendo da questo assunto corrono in parallelo i ragionamenti: come, con chi, perché. E qui la fantasia mediatica si libra senza risparmio. Si racconta di un abboccamento con il gruppo Oliverio, con i socialisti molto attivi nel mediare i contatti (ricordiamo che il segretario del Psi, Riccardo Nencini, ha prestato il simbolo a Renzi per poter formare il gruppo Iv alla Camera). Pare ci sia persino un pourparler con gli Occhiuto tramite la Carfagna. Se ne dicono tante.

Quello che sarebbe veritiero risiede nella volontà dei renziani calabresi di partecipare alla gara. Per non saltare un giro, per contarsi, per rilanciarsi. Il resto è affidato ai nastri di partenza e al numero dei partecipanti. Le principali incognite restano le posizioni dei due Mario, Oliverio & Occhiuto, ossia se andranno per la loro strada, costi quel che costi, oppure giocarsi l’ultima chance se la cifra matrice dovesse dare loro un’opportunità. Una sciarada risolta la quale può provocare effetti collaterali, non escluso il recupero di frange che si erano allontanate e/o consegnate ad altri, immaginando un nuovo percorso, uno sbocco, che poi non si è potuto realizzato. Comunque il voto dell’Umbria di fine mese aiuterà a capire come gira il vento.

La triangolazione virtuale Pd-M5S-Idv ha fatto dire a Renzi, nel discorso finale alla Leopolda, che la sua alleanza con M5S non è strutturale, quindi nella prospettiva è diversa da quella che potrebbe fare il Pd che la vedrebbe come un’alleanza da proporre alle elezioni politiche.

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