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Una protesta dei precari alla Cittadella regionale

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SONO oltre 5mila (5.419, per essere precisi) i lavoratori precari calabresi, derivanti da rapporti atipici con la Regione. Il bacino complessivo, creato negli ultimi vent’anni, sfiorava le diecimila unità: 4.580 di loro, nel corso degli anni, sono stati poi stabilizzati. Ma da dove proviene quest’esercito di precari ? Il dossier sul precariato in Calabria, elaborato dall’assessorato regionale al Lavoro, ne fornisce un censimento dettagliato. Una fetta consistente proviene dal bacino – storico – degli ex Lsu e Lpu. A questi si aggiungono lavoratori provenienti dal programma Stage, da leggi regionali per il ricollocamento di chi usufruiva di ammortizzatori sociali o ex percettori di mobilità in deroga. Il costo totale annuo, a carico del bilancio regionale e statale, ammonta a 91,8 milioni di euro (52,7 milioni sono i fondi spesi dalla Cittadella). A queste risorse vanno aggiunti oltre 256 milioni di euro – fondi nazionali – spesi negli anni per le attività a supporto con sostegno economico “una tantum”.

LSU/LPU

I lavoratori (ex) socialmente utili o di pubblica utilità della Calabria ammontavano in totale a 4.212. Quasi tutti sono stati stabilizzati dal 2019 in poi con i contributi, per le regioni del Sud, stanziati dal ministero del Lavoro. In attesa di stabilizzazione restano al momento 11 lavoratori, sei dei quali in servizio presso la città metropolitana di Reggio Calabria. Il costo complessivo (fondi annuali storicizzati) comprende 39 milioni di fondi statali e 36,7 milioni di risorse regionali.

LEGGE REGIONALE 15/2008

Nel collegato alla manovra finanziaria la Regione nel 2008 prevedeva l’attivazione di forme di sostegno al reddito per lavoratori precari over 50, ex dipendenti di aziende andate in crisi. La norma ha lasciato in eredità un bacino di 660 lavoratori. Di questi 515 risultano essere impiegati attualmente (466 nei Comuni, 22 nell’Ente Parco Nazionale del Pollino e 27 nella Cooperativa Tutela dell’Aspromonte), mentre 145 sono stati stabilizzati (67 presso Azienda Calabria Lavoro e 78 nei Comuni). Il costo complessivo, a carico del bilancio regionale, ammonta a 8,4 milioni di euro annui. Il 60 per cento di questi lavoratori è in servizio presso il Comune di San Giovanni in Fiore. Oltre la metà ha la qualifica di giardiniere. Gli over 60 sono circa un centinaio. Le prospettive di stabilizzazione, per questi precari, passano da aziende regionali. Nel corso del 2023, la Cittadella ha pubblicato un avviso per la stabilizzazione di 15 unità presso la pubblica amministrazione regionale e una manifestazione d’interesse per il passaggio in Calabria Verde.

LEGGE REGIONALE 28/2008

L’obiettivo della norma era quello di ricollocare lavoratori che avevano usufruito di ammortizzatori sociali. Il bacino consta di 287 lavoratori, tutti stabilizzati in Azienda Calabria Lavoro dalla fine del 2018 con un contratto part-time (costo totale pari a circa 5 milioni di euro). Dall’anno successivo l’orario è stato poi integrato – arrivando a 36 ore – con una spesa complessiva di quasi 21 milioni. La maggior parte (276) lavora nei dipartimenti regionali.

LEGGE REGIONALE 40/2013

Il bacino qui è più ridotto e conta 67 lavoratori, in larga parte over 55, provenienti dalla galassia degli ex Lsu/Lpu. Solo tre di loro finora sono stati stabilizzati: sono in servizio presso i Comuni di Davoli, Seminara e Mottafollone. Il costo complessivo è pari a €75 mila 692,32 euro.

LEGGE REGIONALE 31/2016

Anche in questo caso troviamo una norma adottata dal Consiglio regionale per l’utilizzo di ex Lsu/Lpu. Parliamo di 117 lavoratori: di questi, 103 sono stati stabilizzati presso i Comuni di Reggio Calabria (94) e di Acri (9), mentre 14 sono impiegati presso i Comuni di Gioia Tauro (13) e Acri (1). Il costo complessivo annuo è pari a milione 373mila euro circa.

PRECARI REGIONE EX PROGRAMMA STAGE

Si tratta qui di 56 lavoratori, tutti ancora in attesa di stabilizzazione. La spesa sostenuta dal 2017 (quando venne varato il programma) ad oggi ammonta a 33,4 milioni di euro. Il bacino di partenza era più vasto. Comprendeva innanzitutto i 500 stagisti, selezionati tra i migliori laureati calabresi – il programma stage, varato nel 2007, si basava sulla legge contro la fuga dei cervelli proposta tre anni prima da Roberto Occhiuto, all’epoca consigliere regionale Udc – e inviati nelle pubbliche amministrazioni a fare esperienza e a ‘svecchiare’ gli enti. La legge Occhiuto non prevedeva rinnovi sine die, ma finì così. Ai 500 ex stagisti, si sommano poi i 60 ex borsisti che parteciparono al “Programma Modernizzazione della P.A.”, lanciato dalla Regione nel 2010 in collaborazione con la Luiss Business School e Sda Bocconi. I laureati selezionati hanno seguito due master – attivati su richiesta della Regione dai due atenei – in management pubblico e management per le aziende sanitaria, per essere poi selezionati e contrattualizzati da Azienda Calabria lavoro per 18 mesi (poi prorogati). Dell’intero bacino in servizio in Regione, con contratti precari, sono rimasti ora in 56, impiegati presso i Centri per l’impiego o Dipartimenti regionali.

PRECARI REGIONE EX PERCETTORI MOBILITÀ IN DEROGA

Insieme a quella degli ex Lsu/Lpu rappresentano l’altra fetta importante del precariato calabrese. I primi, però, sono stati in larga parte stabilizzati, mentre qui il percorso è ancora in salita. Parliamo di 4.750 lavoratori (dal 2017), rimasti ora 4.066, impegnati negli anni nei cosiddetti tirocini di inclusione sociale. Le procedure di stabilizzazione sono state avviate con lo stanziamento per il 2023 di 2 milioni di euro e 5 milioni a regime dal 2024. Nel frattempo per la maggior parte del bacino si profila il quarto anno di tirocinio: alla manifestazione di interesse per il rinnovo di un anno hanno aderito in 3.993 per una spesa complessiva di 33 milioni e mezzo. Il costo complessivo fin qui sostenuto è di 180 milioni di euro circa.

VALORIZZAZIONE RISORSE BOSCHIVE SILA GRECA

Il progetto, attivato in tre fasi e finanziato con i Pac 2007/2013, ha riguardato i Comuni di Longobucco, Campana e Bocchigliero. Oggi interessa 161 lavoratori. Il costo complessivo affrontato sfiora i 2 milioni di euro.

PROGETTO INTEGRATO SAN GIOVANNI IN FIORE

Diviso in due fasi e finanziato, anche qui, con i Pac 2007/2013, oggi interessa 188 tirocinanti. Costo complessivo fin qui affrontato pari a 1 milione 700mila euro circa.

PRECARI REGIONE LEGGE REGIONALE 9/2007

La norma trasferiva i dipendenti della fu Ardis (l’agenzia regionale per il diritto allo studio) a Calabria Lavoro. Si tratta di 13 dipendenti, in servizio dal 2020 presso gli uffici della Regione Calabria. Costo sostenuto dalla Cittadella 420mila euro.

PRECARI REGIONE LEGGE REGIONALE 54/2017

Si tratta di un contingente di 11 persone, reclutate come co.co.co. da Calabria Lavoro tra ex percettori di ammortizzatori sociali o dipendenti dei Consorzi. Il costo annuo è di 130mila euro.

«SVUOTARE IL BACINO DEL PRECARIATO»

Dal dossier «emerge uno spaccato reale preoccupante – spiegava in una nota la Regione, in occasione della diffusione del dossier sui precari – con scelte del passato che hanno determinato condizioni lavorative di incertezza, con il ricorso costante a contratti atipici ed un utilizzo, a volte, improprio della formula del “tirocinio” che hanno gravato sulla Pubblica Amministrazione calabrese, pensando di risolvere il problema della disoccupazione con la creazione di bacini di precariato distribuiti negli enti pubblici calabresi. Ciò ha comportato aspettativa nei soggetti interessati, che si sono ritrovati a fare una “vita da precario”, e l’utilizzo in modo errato di una montagna di risorse economiche senza la soluzione del problema». L’obiettivo, ha detto l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese, è quello di «svuotare tutti i bacini di precari in essere e di avviare in Regione politiche attive diverse per creare lavoro vero, senza ricorrere a costosi espedienti che non solo non hanno spesso risolto il problema ma hanno privato di dignità lavorativa tante persone trasformati in ostaggi da una speranza di assunzione che per alcuni è arrivata anche fuori tempo massimo».

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