Mario Occhiuto e Silvio Berlusconi
3 minuti per la letturaMario Occhiuto svela il significato della lista su Giorgia Meloni tra le carte di Silvio Berlusconi: «Nessuna offesa, nessun ricatto»
«Non erano gli appunti di un discorso di Berlusconi, anzi non erano proprio considerazioni del presidente su Giorgia Meloni. Ritengo che quel foglio visto nelle foto fosse quello che Berlusconi aveva con sé durante la riunione del gruppo di Forza Italia in Senato, di giovedì mattina, e sul quale annotava le nostre riflessioni. Quindi semmai erano pensieri espressi da noi senatori, ma non su Giorgia Meloni, vorrei sottolinearlo, ma sui comportamenti a cui avevamo assistito nei giorni della trattativa sul nuovo governo».
A parlare è Mario Occhiuto, già sindaco per un decennio di Cosenza e neosenatore eletto con Forza Italia in Calabria lo scorso 25 settembre, e il “foglio” di cui parla è il protagonista dello scatto pubblicato in esclusiva venerdì da Repubblica e che ha fatto poi il giro dei giornali, dei siti e delle tv.
MELONI-BERLUSCONI, LA VERITÀ DI MARIO OCCHIUTO
Nel foglio si legge chiaramente “Giorgia Meloni, un comportamento supponente, prepotente, arrogante, offensivo, ridicolo (quest’ultimo punto, il quinto, è però cancellato). Nessuna disponibilità ai cambiamenti, è una con cui non si può andare d’accordo”. Tutti segnati a mo’ di elenco.
«Berlusconi scrive spesso durante gli incontri, prende appunti. Lo ha fatto anche quando ha colloquiato con me. Nella riunione di gruppo, nel giorno della votazione per il presidente del Senato, abbiamo parlato di quello che era accaduto nelle ore precedenti e noi senatori abbiamo manifestato il disagio per i veti personali posti su dirigenti di Forza Italia indicati dal partito per la formazione di Governo. Eravamo rammaricati per il trattamento riservato a Berlusconi e a Licia Ronzulli. Il gruppo riteneva necessario un segnale per ribadire quanto conti il rispetto umano e politico nei confronti degli alleati e di Berlusconi, in particolare, che è il padre fondatore di questo centrodestra. Noi spiegavamo queste cose e lui sintetizzava le varie posizioni» racconta Occhiuto.
La scelta di non partecipare al voto – almeno per la prima chiama, il gruppo sarebbe poi rientrato per la seconda che in realtà non è servita grazie ai voti dell’opposizione – non è partita, continua Occhiuto, da Berlusconi. Anzi.
UNA DECISIONE PRESA DAL GRUPPO DEI SENATORI
«Il presidente voleva votare, come del resto ha fatto, pur rattristato per il comportamento di Giorgia Meloni. Ha ricordato la sua amicizia con La Russa, ha detto che sarebbe stato un buon presidente. Ma ha detto anche che, naturalmente, non poteva imporci la sua scelta. È intervenuta anche Licia Ronzulli che ci ha ringraziato per l’affetto che le dimostravamo ma ci ha invitato caldamente a partecipare al voto in aula a favore del presidente La Russa. Ha insistito molto su questo punto, proprio perché era la persona più coinvolta (il veto posto da FdI riguarda soprattutto lei, nda) – continua Occhiuto – Abbiamo messo la scelta ai voti nel gruppo, ha prevalso la volontà di noi senatori di non partecipare all’elezione del presidente».
«Berlusconi si è espresso a favore del voto in aula, ma ha preso atto della nostra decisione. Devo dire che anche Bernini e Gasparri hanno cercato di mediare in riunione, ma, essendo direttamente interessati alla fase di formazione del governo, si sono poi adeguati allo spirito di gruppo».
Insomma, nessun ricatto, dice Occhiuto. «No, anche perché sapevamo che non sarebbe tornata indietro sulle sue scelte. La nostra considerazione nei confronti di Giorgia Meloni non è in discussione. È una leader giovane e determinata e rappresenta tutti noi del centrodestra – prosegue – Sono certo che riuscirà a trarre il meglio da quanto successo. Nella mia esperienza da sindaco, se c’è una cosa che ho imparato, è che i rapporti tra alleati vanno basati sul rispetto reciproco. È necessario ritrovare compattezza, ora, per governare e serve il contributo di tutti in un momento così difficile: gli italiani si aspettano risposte rapide e incisive per contrastare crisi e rincari».
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