La Cittadella regionale
5 minuti per la letturaLUNGAGGINI burocratiche, intoppi sui cantieri, le fragilità del sistema produttivo calabrese. È lungo e vario il campionario delle ragioni dei ritardi accumulati su alcuni degli Assi del Por Calabria 2014-2020, lo strumento di programmazione e spesa dei fondi europei. In tutto, 2 miliardi e 300 milioni di euro spesi e certificati (a marzo scorso) al 62 per cento. Con performance diverse a seconda degli Assi, i ‘macrosettori’ o ‘obiettivi’ in cui è organizzato il Por. È quanto si ricava dalla lettura dei documenti preparati dall’amministrazione regionale per il Comitato di sorveglianza che si è riunito pochi giorni fa in Cittadella. Una sorta di radiografia, da cui ricavare quel campionario di cause e ritardi a cui si accennava in apertura.
Ci sono Assi che si sono dimostrati maggiormente «performanti». È il caso della ‘Prevenzione dei rischi’: qui la Regione è andata anzi in overbooking, ovvero ha speso più del previsto e dovrà ora assorbire il surplus (e in parte lo farà compensando i gap di altre misure, come vi spieghiamo accanto).
Molto bene è andato l’asse “Sviluppo delle Reti di Mobilità Sostenibile” (spese certificate al 93 per cento), su cui nella proposta di rimodulazione verranno anzi caricati ulteriori 20 milioni, destinati all’acquisto di nuovi treni. Si tratta, in entrambi i casi, di Assi finanziati con il Fesr, fondo europeo di sviluppo regionale. Sul Fondo sociale europeo (Fse), l’Asse che ha rispettato maggiormente tabelle di marcia e obiettivi di spesa è “Istruzione e Formazione”, destinato a sostenere i costi del diritto allo studio. Anche in questo caso in fase di rimodulazione, su quest’asse confluiranno risorse aggiuntive (10 milioni).
Dove arranca invece la Regione? In termini assoluti, i gap di spesa più consistenti – «con evidenti ripercussioni sulle prospettive di chiusura al 31 dicembre 2023» – sono l’Asse 4 (Efficienza energetica e mobilità sostenibile) e l’Asse 8 (Promozione dell’occupazione). Nel primo caso, si rischia di non riuscire a spendere entro fine anno 80 milioni di euro. A incidere negativamente – per ben 40 milioni di euro – è il progetto di realizzazione della metropolitana di Catanzaro, per il collegamento con Germaneto, Sala e Lido. Si tratta di un Grande Progetto a cavallo tra le programmazioni 2007-2013 e 2014-2020 per un costo ammesso originario pari a 144 milioni di euro, incrementato di ulteriori 14,4 milioni di euro per consentire la copertura della variante approvata nel 2020. La spesa certificata finora è pari a 83,5 milioni di euro e «nel corso del primo semestre dell’anno in corso – si legge nell’informativa sullo stato d’attuazione del Por – sono state evidenziate nuove criticità che non consentiranno di completare l’intervento entro il 31 dicembre 2023». Il progetto ora sarà trattato come “non funzionante” «da completarsi ricorrendo alle risorse nazionali».
Sull’Asse 8 ‘Promozione dell’occupazione’ si rischia di non riuscire a certificare e spendere entro fine anno 59 milioni di euro. Il ritardo principale qui lo ha accumulato il bando per la concessione di aiuti sotto forma di contributo in conto capitale, per le attività di riqualificazione e formazione del personale dell’impresa, e di aiuti sui costi salariali lordi del personale. La dotazione finanziaria originaria era pari a 35 milioni di euro, insufficiente per garantire la copertura di tutte le istanze pervenute e ritenute ammissibili. La Regione aveva quindi rimpinguato il fondo, arrivando a 57 milioni di euro circa. Molte delle aziende che si era candidate, però, in fase di attuazione del bando hanno rinunciato. In altri casi il numero di dipendenti da avviare alla formazione si è scoperto ridotto. Fatto sta che ad oggi si prevede di poter certificare entro dicembre non più di 20 milioni di euro (e si tratta, scrivono gli uffici regionali, di una previsione ottimistica).
Ritardi significativi anche sull’Asse 9 “Inclusione sociale”, che ‘vanta’ un gap da 49 milioni di euro e una spesa certificata che non raggiunge il 30 per cento. I progetti che rischiano di mancare l’appuntamento con il rendiconto finale rientrano nelle misure per fronteggiare l’emergenza abitativa. Parliamo di almeno 2 progetti su 5 del piano nazionale edilizia abitativa, per i quali «si registrano criticità di carattere attuativo che probabilmente non ne consentiranno la conclusione entro il termine di eleggibilità del Programma», e di alcuni interventi Aterp. Anche il progetto del villaggio sociale di Eranova (Gioia Tauro) non vedrà la luce entro fine anno: slitterà sul Por 2021/2027 o sarà completato con risorse nazionali. Visti i tempi, è il caso di dare un’occhiata anche ai fondi per la depurazione, che ricadono nell’Asse 6 ‘Tutela patrimonio ambientale e culturale’. Qui, pure essendo in overbooking, si rileva «una capacità di spesa di poco superiore al 43% con inevitabili ripercussioni sulla regolare chiusura: sulla base delle attuali previsioni di spesa, formulate dai competenti uffici regionali, le risorse potenzialmente a rischio di utilizzo dovrebbero ammontare a complessivi 36 milioni di euro». In ritardo sono alcuni interventi, affidati ai Comuni, per il miglioramento della raccolta differenziata.
Per quanto riguarda la depurazione, sull’accordo di programma quadro da 33,8 milioni si registra una spesa certificata pari a 14 milioni, ma si prevede comunque di completare i sei interventi previsti di infrastrutturazione di opere fognarie e depurative negli agglomerati in procedura di infrazione entro la fine anno. C’era poi un pacchetto di interventi sugli impianti di depurazione da 49,4 milioni: la spesa certificata finora è pari a 0,7 milioni. «Nel mese di ottobre 2018 sono state ammesse a finanziamento 19 operazioni di cui 7, sulla base dei cronoprogrammi trasmessi dai beneficiari, non si concluderanno nel termine di eleggibilità del Programma» si legge nell’informativa. Per recuperare (in parte) la spesa, già lo scorso anno la Regione ha avviato una serie di verifiche e selezionato altre 10 operazioni, per un costo ammesso pari a poco più di 8 milioni di euro che entro il 31 dicembre garantiranno nuove spese per circa 2 milioni di euro. «Ciò potrà assicurare – prevedono gli uffici – il completo assorbimento delle risorse assegnate».
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