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Marcello Manna, sindaco di Rende ed ex presidente dell'Aic

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COSENZA – L’acqua sta diventando un terreno molto scivoloso per Roberto Occhiuto. Certamente campo di scontro politico. I toni si sono alzati con il gruppo del Pd, ma anche i sindaci di Gizzeria e Falerna avevano replicato a muso duro alle affermazioni del presidente sul tasso di inquinamento di quel tratto di mare.

Ieri anche Marcello Manna, da ex presidente dell’Aic, dopo aver lasciato correre per due volte scrive e replica alle ultime affermazioni di Occhiuto sulla famosa perdita dei 104 milioni di euro del bando React Eu. «Per garbo istituzionale in altre due occasioni – dice – non ho ritenuto di dover intervenire, ma oggi ciò si rende necessario per le evidenti verità distorte o parziali utilizzate nella polemica politica in corso. In particolare vengo citato in una querelle che vede contrapposti il presidente della Regione e una parte dell’opposizione politica in seno al consiglio regionale. Ricordo che sono stato eletto alla carica di presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica della Calabria alla fine di luglio 2019; da quella data, sebbene il mondo intero abbia attraversato la piaga della pandemia sanitaria, insieme ai sindaci dell’Assemblea ho lavorato in modo incessante per recuperare anni di ritardi e rimettere in linea la Calabria con le altre Regioni. Il prodotto di questo lavoro si è concretizzato con la definitiva stabilizzazione della governance dell’AIC, con la stesura del Piano d’Ambito, approvato nel dicembre del 2020 e con la costituzione del Gestore d’Ambito Acque Pubbliche della Calabria nel dicembre 2021, generando un nuovo percorso di credibilità nei confronti degli Enti sovraordinati a cominciare dal Regolatore nazionale ARERA».

Manna sostiene che questi elementi, insieme, hanno originato la possibilità per la Calabria di partecipare alle linee di finanziamento rese disponibili dai programmi europei. «Ogni passaggio dell’attività posta in essere – ricorda – è stato comunicato al presidente della Giunta Regionale pro-tempore, fino all’insediamento dell’attuale governance politica; infatti, fin dal suo insediamento, all’attuale presidente della Giunta, numerose sono le note e gli inviti attraverso i quali è stato richiesto l’aiuto istituzionale necessario e fondamentale per una netta accelerazione verso l’obiettivo prefissato. Sebbene siano stati numerosi gli appelli a partecipare ai lavori e a sostenere l’azione dei sindaci, la Regione Calabria si è limitata ad osservare. Sebbene rimasti soli, i sindaci dell’Autorità hanno comunque inteso, dimostrando il coraggio istituzionale di scegliere di proseguire sul percorso di innovazione pianificato costituendo, così come imposto dalla legge, il gestore unico completamente pubblico del servizio per i segmenti a valle della grande adduzione. Tuttavia, sebbene costituito formalmente, il nuovo gestore è risultato essere un contenitore debole poiché manchevole del supporto strategico dell’Ente Regione e privo delle necessarie risorse finanziarie più volte richieste».

«Il primo appuntamento per intercettare fondi dedicati al settore portava la scadenza del 22 dicembre 2021; con grande sforzo e coraggio amministrativo da parte dei Sindaci, il gestore in grado di partecipare al bando è stato costituito il giorno prima ossia in data 21 dicembre 2021. Il bando richiedeva oltre alla proposta tecnica stessa anche alcuni allegati le cui informazioni erano già contenute nella medesima proposta. Per un mero errore di trasmissione, uno degli allegati veniva trasmesso oltre la data di scadenza del bando stesso. Il Ministero, pertanto, formalmente escludeva per il ritardo nella trasmissione dell’allegato; di fatto escludeva la nostra Regione perché il gestore pubblico appena costituito era privo di strutture e risorse finanziarie. Questo elemento è ben noto a tutti, compreso quelli oggi richiamano la mancata trasmissione dell’allegato 4. Tuttavia, si adiva l’istituto del soccorso istruttorio e, nel contempo, venivano acquisiti pareri di autorevoli legali amministrativi, che confortavano l’Autorità Idrica circa la fattibilità del ricorso amministrativo con altissima percentuale di soccombenza del provvedimento emesso, che risultava caratterizzato da aspetti meramente burocratici e privi di argomentazioni amministrative valide. La promulgazione della Legge 10 dello scorso aprile che, di fatto, mette fine all’Autorità Idrica non ha permesso alla stessa di intraprendere la strada del ricorso amministrativo che risulta essere stato sollecitato alla Regione attraverso il Commissario nominato in vece dell’Assemblea. La richiesta di ricorrere in giudizio, con la elevata certezza della vittoria, non risulta essere stata inspiegabilmente evasa».

Poi Manna passa ad analizzare le scelte effettuate sino ad ora da parte della Regione: «La ripubblicizzazione di Sorical e la sua riqualificazione insieme alla richiesta, da parte della stessa Regione di mantenere “in vita” la società pubblica Acque Pubbliche della Calabria richiedono tempi e modalità difficilmente compatibili con le scadenze previste per i bandi. Ci si riferisce al mancato accesso alla prima finestra del PNRR scaduta nello scorso maggio, che metteva a disposizione circa 600 milioni di euro e per la quale la Calabria non ha partecipato, al nuovo bando per le fognature e depurazione in scadenza il 23 agosto e, per ultimo, alla scadenza della seconda finestra del PNRR fissata per il 31 di ottobre prossimo. Senza l’intervento governativo che sposti di alcuni mesi tali scadenze la Calabria rischia di non intercettare nessun finanziamento per il settore idrico. Ciò a comprova che nella nostra Regione c’è necessità di condivisione e di dialogo tra tutti gli Enti. Puntare il dito per allontanare responsabilità non è una soluzione; noi comunque non lo faremo per etica della politica e per stile», conclude la nota.

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