Nicola Gratteri, procuratore generale di Catanzaro
3 minuti per la letturaCATANZARO – «Oggi c’è un Governo in carica il cui presidente è Draghi, che è un esperto di finanza. Punto. Quando parliamo di sicurezza e di riforma della giustizia, secondo il mio modestissimo punto di vista, non ci siamo proprio».
Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervenendo alla puntata del “Maurizio Costanzo Show” che andrà in onda domani in seconda serata dal teatro Parioli su Canale 5 e di cui l’ANSA ha avuto un’anticipazione. Lo stesso Gratteri ha rivelato di non aver ricevuto telefonate nè da Draghi nè dal ministro Cartabia all’indomani della notizia del progetto del suo attentato.
«C’è un’aria di restaurazione, di “liberi tutti” – ha aggiunto Gratteri – ed è un momento brutto per il contrasto alle mafie ed alla criminalità comune. Un momento in cui la magistratura è molto debole. Sono stati fatti degli errori e la magistratura non ha avuto il coraggio di autoriformarsi. Quindi, in questo momento, è in atto una sorta quasi di vendetta da parte della politica, dopo 30 anni, nei confronti della magistratura. Oggi si stanno facendo modifiche normative riguardanti la giustizia da parte del Parlamento, ma soprattutto da parte del Governo. E poi il Parlamento ratifica perché è gestito da 8-10 persone, non di più. Gli altri votano quello che dicono loro».
In serata Gratteri è stato ospite di Lilli Gruber all’interno del programma “Otto e mezzo” su La7 e sulla riforma della giustizia ha aggiunto: “La cosa che mi preoccupa di più è la riforma dell’ordinamento giudiziario: ad esempio la separazione delle carriere. Bisognerebbe facilitare il passaggio tra procura e tribunale, perché così si ha la completezza del magistrato, io ad esempio so che cosa serve per arrivare a una prova grazie all’esperienza che ho fatto da giudice. In questa riforma c’è molta rabbia, é una sorta di resa dei conti. Con questa riforma, chi fa il giornalista non può dare notizie. Ma l’indagato e il suo avvocato posso parlare e dare la loro versione dei fatti. Queste riforme vanno bene a tutti, dalla sinistra alla Lega: io sto ai fatti e i fatti dicono che tutti i partiti che compongono il governo hanno votato a favore delle riforme della giustizia”.
“Purtroppo la magistratura ha perso un’occasione in questi anni, poteva fare delle riforme interne ma non ha voluto cedere il proprio potere – ha aggiunto -. Ma la riforma del Csm non depotenzia le correnti, anzi. Si creeranno due poli nella magistratura, uno di destra e uno di sinistra. Io continuo a pensare che a una certa politica giovi che la magistratura sia in queste condizioni perché ad ogni scivolone è autorizzata a fare nuove modifiche normative, un antipasto per controllarne il potere. E state attenti a quello che succederà anche all’ordinamento penitenziario”.
Poi sulla sua mancata nomina alla procura nazionale antimafia “chi è iscritto ad una corrente è molto, molto avvantaggiato – ha detto Gratteri – io questo già lo sapevo ma ho fatto la scelta di non iscrivermi. Io non conosco nemmeno il 50% dei membri del CSM, non li riconoscerei nemmeno per strada, perché non li frequento. Io ho fatto domanda alla procura antimafia perché pensavo di avere l’esperienza necessaria, facendo da sempre contrasto alla criminalità organizzata: non esiste nessun magistrato al mondo che abbia fatto più indagini di me sulle mafie. Quando non è arrivata la nomina, mi sono dispiaciuto e agli occhi della ‘ndrangheta e della mafia sono diventato un perdente, ma ricevo ogni giorno la stima e l’affetto delle persone che mi vogliono bene e che mi incoraggiano ad andare avanti”.
Un pensiero a Falcone e Borsellino, nel trentennale delle stragi di Capaci e via d’Amelio: “Due monumenti, due persone che ho scelto a modello ma sono di un’intelligenza irraggiungibile. Falcone capiva le cose vent’anni prima degli altri ed é per questo che è stato ostracizzato da tanti suoi colleghi gattopardi.
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