Fabrizio Rizzuti
2 minuti per la letturaCERVA – Regge, al vaglio del Tribunale del riesame di Catanzaro, la tesi accusatoria del presunto patto politico-mafioso in seguito al quale nelle settimane scorse sono finiti agli arresti domiciliari il sindaco di Cerva, Fabrizio Rizzuti (peraltro vicepresidente della Nazionale di calcio dei sindaci), il fratello Massimo, dipendente comunale, l’assessore Raffaele Scalzi e il consigliere di maggioranza Raffaele Borelli.
Le richieste di revoca delle misure cautelari avanzate dai difensori sono state respinte dai giudici. Ma regge anche l’impianto generale dell’inchiesta che ha portato all’operazione Karpanthos, condotta contro le cosche della Presila dai carabinieri, che eseguirono 58 misure cautelari (di cui 38 in carcere, 6 ai domiciliari e 8 dell’obbligo di presentazione). Sono una trentina i ricorsi finora respinti dal Riesame, che hanno accolto soltanto quello avanzato dagli avvocati Maurizio Bubbo e Tiziano Saporito nell’interesse dell’indagato Vincenzo Bubbo, che, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, è stato scarcerato.
Mentre Pietropaolo Scalzi, difeso sempre dagli avvocati Bubbo e Saporito, per un’accusa analoga va dal carcere ai domiciliari. Non viene scalfito l’impianto accusatorio della Dda secondo cui alle elezioni del giugno 2017, in cambio dell’appoggio elettorale fornito da Tommaso Scalzi, presunto esponente di vertice delle cosche della Presila catanzarese, i politici gli avrebbero procurato somme di denaro e avrebbero promesso una percentuale sugli appalti pubblici aggiudicati dal Comune.
L’inchiesta coordinata dalla pm della Dda di Catanzaro Veronica Calcagno avrebbe svelato l’”indole spregiudicata” di Rizzuti – scrive il gip distrettuale Chiara Esposito nell’ordinanza di custodia cautelare – nell’affrontare la campagna elettorale che vedeva contrapposte due liste civiche: Progetto Futuro, guidata da Rizzuti, e Unione per Cerva, capeggiata dall’uscente Mario Marchio. La prima lista vinse ottenendo 436 voti contro i 416 della seconda, aggiudicandosi sette dei dieci seggi a disposizione.
L’indagine avrebbe consentito di svelare il rapporto confidenziale di Rizzuti con esponenti delle cosche locali al punto da «piegare la funzione pubblica ai loro interessi». Intanto, gli amministratori arrestati sono stati sospesi dalle cariche e surrogati. Reggente della Giunta è pertanto la vicesindaca Jessica Scalzi.
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