Roberto Occhiuto
4 minuti per la letturaLa profezia di Occhiuto: “l’Autonomia rischia di essere un boomerang per le elezioni”; e dopo i ballottaggi, per il centrodestra calabrese si va alla resa dei conti
Nel day after i ballottaggi, il presidente della Regione e vicesegretario nazionale di Forza Italia Roberto Occhiuto potrebbe trovarsi nella (per lui non felice) posizione di chi può sentenziare ‘ve l’avevo detto’. Perché è vero che le Amministrative, di solito, seguono ragioni che le Politiche non conoscono e che nel segreto della cabina elettorale si suol pensare alla città, e non al Paese, che si vorrebbe, tuttavia in questa tornata che vede il centrosinistra fare cappotto nei capoluoghi di regione in Italia e nei due più grossi centri calabresi al voto (ieri Vibo, due settimane fa Corigliano Rossano) forse vale la pena allargare lo sguardo oltre il locale.
Ed è lì che risuona la ‘profezia’ di Occhiuto delle scorse ore: «L’autonomia differenziata è stata un contentino per la Lega, ma ora rischia di essere un boomerang elettorale per tutto il centrodestra». Qualche elemento in questa direzione lo avevano dato anche le Europee, con il Pd primo partito nella circoscrizione Sud. E già nelle prime analisi post ballottaggio, è lo stesso centrosinistra – segretaria dem Elly Schlein in testa – a leggere nel voto delle grandi città una bocciatura delle politiche del governo, autonomia differenziata compresa.
Ma questa può essere solo una delle componenti della disfatta (ed è anche quella che carica di minori responsabilità il centrodestra calabrese, Forza Italia soprattutto). Nell’esito elettorale c’è, di norma, un giudizio sull’amministrazione uscente. A Corigliano Rossano, la vittoria è stata innanzitutto del sindaco Flavio Stasi, che ha conquistato il bis asfaltando il centrodestra con un rotondo 65%. Al centrodestra non è bastato che la candidata Pasqualina Straface godesse dell’investitura del presidente Occhiuto, né che il governatore andasse lì a censurare l’operato dell’uscente bollandolo come ‘Masaniello’ e ‘mister no’. Anche a Vibo – unico capoluogo di provincia amministrato dal centrodestra e peraltro da ben tre consiliature, due elementi che rendono la sconfitta cocentissima e ben poco calmierata dalla vittoria a Gioia Tauro e Montalto Uffugo – la coalizione scontava il malcontento per i disagi dei troppi cantieri e per il pasticcio del Nuovo teatro.
Quanto ha pesato invece il giudizio dell’operato regionale sul voto? Ci limitiamo a notare che entrambe le città qui considerate, Vibo e Corigliano Rossano, sono unite da un comune destino: aspettano da tempo immemore il nuovo ospedale. Opera e ritardi hanno altre paternità, senza dubbio, ma la memoria degli elettori raramente scorre tutto l’albero genealogico.
C’è poi un altro elemento, però, che qui sembra aver avuto un peso determinante: gli errori nella scelta del candidato. Una specialità in cui in Calabria di solito brilla il centrosinistra. Stavolta, però, è il centrodestra – e in particolare Forza Italia, che tanto a Vibo quanto a Corigliano Rossano guidava la coalizione – che sembra esserci incappato. Intendiamoci, l’errore in questo caso non riguarda necessariamente la persona scelta, ma piuttosto i tempi e i modi in cui è stata individuata, condivisa, comunicata.
A Corigliano Rossano, l’indicazione di Straface è stata perlopiù subìta da parte della coalizione: a dirlo, del resto, è lo stesso risultato. A Vibo Valentia – Gianluca Prestia lo spiega diffusamente nell’articolo che trovate a pagina 3 e nelle cronache – abbiamo assistito quasi a uno psicodramma: il tira e molla su Limardo prima, con l’uscente che ha preferito tirarsi fuori dal tritacarne, e la candidatura poi di Cosentino, che in prima battuta aveva pure declinato l’invito.
La Lega calabrese (che già non ha preso bene le obiezioni di Occhiuto sull’autonomia) non ha atteso neanche un giorno per richiamare l’alleato e scaricargli addosso le responsabilità del risultato. Ci ha pensato il deputato Domenico Furgiuele. «Le sconfitte di Corigliano Rossano e di Vibo rappresentano un campanello d’allarme che la coalizione di centrodestra nella sua interezza deve tenere nella massima considerazione.
Inutile negarlo, il livello di coesione tra i partiti dell’alleanza va rilanciato attraverso il dialogo costante con i territori e un’azione di governo regionale più incisiva e collegiale. Ci si confronta poco e male, con la conseguenza che talvolta le candidature sono più imposizioni dall’alto che il frutto di una dialettica tra soggetti politici. Non ci sono riunioni interpartitiche da anni, e questo non è un bene. Bisogna guardarsi negli occhi e correggere alcuni atteggiamenti, evidentemente non apprezzati dai cittadini calabresi» il suo commento, che cade anche alla vigilia di un atteso rimpasto regionale che come leit motiv vede, da parte degli alleati di governo, la richiesta di maggiore condivisione da parte di Occhiuto.
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