Giorgia Meloni e Roberto Occhiuto
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Elezioni Europee in Calabria, il dato sugli eletti, chi sono e quanti voti hanno preso, l’analisi sui risultati dei partiti e gli exploit inattesi
IL sorpasso a Fratelli d’Italia, che nella prima parte dello scrutinio sembrava alla portata, alla fine è sfumato. Forza Italia, però, può festeggiare la seconda migliore percentuale d’Italia, una crescita di consensi rispetto alle politiche del 2022 e soprattutto l’ormai scontata elezione della vicepresidente Giusi Princi.
Il bilancio finale del governatore Occhiuto, a conti fatti, può essere positivo. Alle Europee 2024 Forza Italia sfiora in Calabria il 18 per cento con 115mila preferenze (un anno e mezzo fa si attestò al 15,64 con circa 112mila preferenze) e conquista la seconda piazza in regione, scavalcando anche il Movimento 5 Stelle che crolla rispetto al dato delle Politiche. Primo partito in regione diventa Fratelli d’Italia con il 20,56 per cento (alle Politiche sfiorò il 19).
Il presidente – che è anche vicesegretario nazionale di Forza Italia – aveva spinto molto su questa tornata. Girando la Calabria, da Reggio Calabria a Rocca Imperiale, fino all’appello social, alla vigilia del voto quando trasformò il voto delle Europee in un referendum sull’azione del suo governo («sulla scheda scrivi Princi, io leggerò Occhiuto»).
OCCHIUTO: I CALABRESI CI PREMIANO
«Avevo chiesto ai calabresi di dare, con il loro voto, più forza al mio governo regionale. Il voto delle europee in Calabria dimostra che i calabresi, dopo due anni e mezzo dall’inizio della nostra esperienza, hanno apprezzato il lavoro della coalizione di centrodestra e ci chiedono di andare avanti con rinnovata e maggiore convinzione – è il commento del presidente Occhiuto – Forza Italia con il 18% raggiunge un grandissimo risultato: raddoppiamo quasi il dato nazionale del movimento azzurro e siamo il secondo partito della Regione. Giusi Princi, la mia vice presidente, diventa europarlamentare con quasi 84mila preferenze – più di 65mila prese in Calabria -, viene premiata una figura di grande valore che mi ha affiancato in questi due anni e mezzo di governo alla guida della Regione e che ora andrà in Europa a portare avanti le tante istanze dei nostri territori».
Occhiuto va oltre, segnala che è tutta la sua coalizione (allargata) a uscire rafforzata dal voto. «Vorrei anche evidenziare che rispetto alle elezioni politiche del 2022 i partiti che compongono la mia coalizione regionale, compresa Azione, che in Calabria supera il 4%, migliorano i propri risultati. Sommando i voti di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Azione arriviamo a sfiorare il 52% – commenta – Ciò significa che dopo due anni e mezzo i partiti che sostengono il governo Occhiuto crescono tutti e sono maggioranza in Calabria». Come cartina di tornasole, Occhiuto cita il risultato delle elezioni. «Stessa cosa non possono dire le opposizioni. Crolla, rispetto alle politiche, il Movimento 5 Stelle, e il Partito democratico, che ha condotto una campagna elettorale avendo come unico argomento l’attacco sistematico e personale contro il presidente della Regione – dice Occhiuto – registra uno dei risultati più bassi d’Italia».
GLI ALTRI PARTITI
Il voto europeo in Calabria ci racconta poi di una Lega che cresce rispetto al 2022 (9% vs 5,7%) ma i fasti del 2019 – quando fu secondo partito in Calabria con oltre il 22 per cento – sono lontani: in cinque anni ha perso oltre 100mila voti in regione. È un dato, in ogni caso, in linea con il ridimensionamento del partito a livello nazionale.
Il confronto con il dato del Paese mostra invece un M5S in controtendenza: la Calabria, come il resto del Sud, restano roccaforte del Movimento, anche se il tesoretto di consensi è dimezzato il raffronto con le Politiche del 2022 segnala un calo dal 29 al 16 per cento. Il Pd tiene rispetto alle Politiche e guadagna qualcosa (dal 14,4 al 15,9) ma è fuori dall’exploit nazionale, restando ben al di sotto della media nazionale del 24 per cento. Si ferma in quarta posizione, mentre i dem sono il primo partito di tutta la circoscrizione. Al momento è il secondo peggior risultato nel Paese (in coda il Trentino con 15,86 per cento). Bene Alleanza Verdi Sinistra che sfiora in Calabria il 6.
In decisa controtendenza, invece, Stati Uniti d’Europa di Renzi che guadagna il 6,18 per cento (dato nazionale 3,8) trascinato in lista da Filomena Greco che prende quasi 20mila preferenze. Curiosità: l’uomo forte di Renzi in Calabria (o l’ex uomo forte) Ernesto Magorno domenica sera, a spoglio appena iniziato, ha annunciato l’uscita da Italia Viva perché eletto presidente dell’Associazione “L’Oro di Calabria” «costituita a Roma e finalizzata a promuovere, far conoscere e valorizzare la Calabria e le sue eccellenze umane e territoriali». I due impegni, dice, non sono più conciliabili.
EUROPEE 2024 IN CALABRIA, GLI ELETTI CALABRESI
L’ufficialità arriverà con la fine dello spoglio a livello nazionale, ma i risultati e le prime proiezioni sui seggi danno alla Calabria ben 4 europarlamentari eletti. Un successo, se si considera il minor peso elettorale della regione nella circoscrizione, in genere fagocitata da Puglia e Campania. Cinque anni fa gli eletti furono due: Ferrara, trascinata dal successo del Movimento 5 Stelle che portò una nutrita pattuglia in Europa, e Nesci, che subentrò in Fratelli d’Italia nel 2022 dopo le dimissioni di Raffaele Fitto.
Chi vola ora a Strasburgo? Denis Nesci viene riconfermato: è quarto per preferenze con 74mila voti, ma nei fatti terzo perché la prima è Giorgia Meloni che rinuncerà all’elezione. Ha un posto assicurato anche Pasquale Tridico, ex presidente Inps e capolista del Movimento 5 Stelle, primo in lista con 117mila voti. Anche Avs un seggio al sud lo porterà a casa: sarà di Mimmo Lucano, il più votato con quasi 76mia preferenze. E poi c’è Giusi Princi, che mette a segno un risultato non scontato: terza in lista con quasi 84mila preferenze, dopo Tajani (che rinuncerà) e Martusciello. Nettamente staccata la quarta, Antonella Ballone, che si ferma a quasi 42mila voti. Forza Italia, con il 10,76% al sud, conta di riconfermare i due seggi del 2019, garantendo quindi l’elezione della vicepresidente.
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