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I dati del primo giorno di elezioni in Calabria: per le europee ha votato l’11,50%; comunali, affluenza sopra la media: a Vibo il 24,84%, a Corigliano Rossano il 22,17%


NEL primo giorno di urne aperte in Calabria per la tornata 2024, l’affluenza alle urne in regione per le Europee si è attestata intorno all’11,5 per cento. Un dato inferiore rispetto alla media nazionale (14,6 per cento) e anche a quello della circoscrizione meridionale (12,5). Ma è anche uno dei dati più bassi del Paese: peggio fanno solo Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Sicilia e Sardegna.

I raffronti con la precedente tornata sono invece impossibili: nel 2019, così come nel 2014, si votò in una sola giornata. Bisogna tornare al 2009 per elezioni spalmate su due giorni, ma si iniziò, come da tradizione per il Paese, di domenica, con urne aperte l’intera giornata. La tornata 2024, invece, ha visto l’insolita combinazione sabato pomeriggio più domenica.
In Calabria, la provincia con l’affluenza più alta per le Europee è stata quella di Cosenza (14 per cento). Le altre restano distanti: Vibo sfiora l’11, le altre province si attestano attorno al 10.
Tutt’altra musica invece per le Comunali: qui l’affluenza è stata del 21,88%, più alta della media nazionale (20,7).
I piccoli Comuni in regione sono tra i più attivi: diversi hanno già superato il 30 per cento dell’affluenza. Tra i Comuni maggiori, si registra un’affluenza di quasi il 25 per cento a Vibo Valentia, del 22 per cento a Corigliano Rossano, del 23 a Montalto e del 21 a Gioia Tauro.
Si torna a votare oggi 9 giugno 2024 dalle 7 alle 23.

I SEGGI – Le operazioni di voto nei 2.406 seggi calabresi sono iniziate regolarmente, nonostante una vigilia febbrile per alcuni Comuni alle prese con la necessità di sostituire presidenti di seggio che hanno dato forfait all’ultimo minuto. Una tendenza, ormai, piuttosto che casi isolati: sono sempre più i presidenti che rinunciano perché il gioco non vale la candela. Troppo poco un compenso di 138 euro (nel caso dei comuni in cui si vota solo per le Europee) a fronte di due giornate di voto e una nottata (se va bene) di scrutinio. E anche nei casi in cui il compenso sale arrivando a 209, perché ci sono anche le amministrative, è il carico di grane e responsabilità che si abbatte sui seggi – ed è ben superiore ai compensi – a scoraggiarli.

L’amministrazione di Reggio, ad esempio, ha avuto il suo bel daffare per assicurare la regolare apertura dei seggi, dovendo far fronte alla mancata presentazione e alle rinunce di alcuni presidenti, giunte poche ore prima dell’orario di apertura. La stessa amministrazione, però, smentisce chi ha parlato di «caos» essendo «tutte le operazioni iniziate senza alcun ritardo o particolare problematica che non sia stata risolta nell’immediatezza».
L’amministrazione di Reggio «ha proceduto a tali nomine nel rigoroso rispetto dei termini di legge. Tuttavia – si legge nella nota – ha dovuto far fronte ad alcune rinunce, parte delle quali giunta proprio nelle ore antecedenti all’apertura dei seggi, nonché a mancate presentazioni dei soggetti designati negli orari prestabiliti.

Condotte deplorevoli da parte di chi assume l’impegno di prestare un servizio di particolare importanza come quello della presidenza dei seggi. Ciononostante, gli uffici del Comune di Reggio Calabria, lavorando alacremente ed in costante sinergia, sono riusciti a sopperire nel migliore dei modi alle defezioni improvvise registratesi, assicurando l’ordinato e puntuale inizio delle operazioni di voto». Dall’ente fanno sapere anche di esser pronti ad agire «in tutte le opportune sedi giudiziarie a tutela della propria immagine, qualora dovessero ripetersi ulteriori notizie allarmistiche e destituite di fondamento, che ingenerano nella cittadinanza il timore che le operazioni di voto possano essere viziate da qualsivoglia irregolarità o improvvisazione».

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