Maria Elena Boschi, capolista del Terzo polo in Calabria alla Camera
3 minuti per la letturaNON si considera una straniera in terra calabrese la toscana Maria Elena Boschi. Deputata di Italia Viva e capolista del Terzo polo in Calabria alla Camera, racconta di aver ricevuto «un’accoglienza molto calorosa, a cominciare dal senatore Ernesto Magorno». Qui ha trovato «una squadra di persone capaci e competenti, professionisti, amministratori locali, che stanno facendo un grande lavoro sul territorio. Se i cittadini calabresi mi daranno fiducia, sarò orgogliosa di poter rappresentare questa comunità».
L’abbiamo raggiunta per una breve intervista, prima della tappa di Rende in programma oggi (17 e 30, Villa Fabiano).
Di certo il suo sguardo sulla Calabria, proprio perché esterno, può aggiungere una prospettiva diversa. Ci indica tre priorità su cui intervenire?
«Per il mio impegno politico mi è capitato spesso di venire in Calabria e di lavorare su proposte per questo territorio: dai piani per il Mezzogiorno, ai centri antiviolenza, dal progetto per i ragazzi di San Luca, agli Lsu. Servono opere infrastrutturali: dal potenziamento della rete stradale a quella ferroviaria e all’alta velocità, dagli aeroporti fino alla portualità. È necessario un forte investimento sul turismo per valorizzare le eccellenze paesaggistiche, culturali ed enogastonomiche che possono essere occasione di rilancio. E poi è fondamentale investire su educazione, a partire dagli asili nido che devono essere un diritto per tutti in tutta Italia, e sanità, che resta la priorità per ogni famiglia».
Il suo primo atto da parlamentare “calabrese”?
«Vorrei riprendere quel percorso che ho iniziato qui in Calabria quando ero al governo e proseguire portando investimenti per il rilancio della regione e dare una mano sulle criticità collegate alla sanità».
Negli ultimi giorni si è riacceso lo scontro a distanza tra Renzi e Conte sul reddito di cittadinanza. Non temete che la vostra posizione su questa misura possa alienarvi consensi in regioni come la Calabria?
«Il primo dovere di un politico è dire la verità, non sarei credibile se dicessi in Calabria cose diverse. Il reddito di cittadinanza non ha funzionato anche perché assolutamente insufficiente nella parte delle politiche attive: meno del 5% dei percettori ha trovato un lavoro stabile. Occorre rafforzare il contrasto alla povertà tornando al Reddito di inclusione, che funzionava perché prevedeva un legame diretto con le istituzioni territoriali e accompagnava chi viveva una fragilità in un percorso di emancipazione, con più risorse. Noi vogliamo creare una opportunità di lavoro per i ragazzi in gamba che vivono in Calabria, non condannarli alla rassegnazione».
Da presidente del Consiglio Matteo Renzi si pronunciò a favore del ponte sullo Stretto. L’opera è nella vostra agenda?
«È un’opera cruciale e strategica. Con il collegamento alle reti di comunicazione europee e con un investimento sull’Alta velocità possiamo vincere le sfide per il futuro del Paese e del Mezzogiorno».
Dalla visita di Renzi in Calabria è arrivato un sì al rigassificatore di Gioia. Un assist al presidente Occhiuto?
«È un assist ai cittadini calabresi! Il caro bollette sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese, dobbiamo costruire una indipendenza energetica dalla Russia e per farlo dobbiamo mettere in campo qualunque mezzo. Noi siamo da un’altra parte politica rispetto al presidente Occhiuto, ma se farà proposte utili alla Calabria troverà sostegno».
Crede che esistano le condizioni per creare un grande centro dopo il voto? Nel centrodestra qualche scricchiolìo si avverte in queste ore.
«Il “centro” è tirato un po’ da tutti. Noi siamo i soli che propongono una casa ai liberali e riformisti che credono nell’Europa e in un Paese capace di competere grazie ai propri talenti, se solo quelle energie vengono liberate dal peso della burocrazia e di una tassazione ancora troppo alta. Il 25 settembre faremo un bellissimo risultato, ma dal 26 settembre saremo di nuovo al lavoro. Il meglio deve ancora venire».
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