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L'immagine incriminata

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Una gaffe non prevista. Un doppio senso troppo creativo che ha indotto lo staff a ritirarla dopo la pubblicazione della videografica sulla pagina di Amalia Bruni presidente, che ha creato sconcerto in Rete e più di uno scambio malevolo nelle chat di donne di sinistra.

I fatti.

La candidata Amalia Bruni, unica donna candidata alla presidenza della Regione, è molto attenta alla questione di genere. La recente vicenda di due femminicidi di donne calabresi nella giornata di lunedì, ha molto scosso la scienziata lametina, che ha inteso catalizzare la sua comunicazione delle ultime ore sul delicato argomento.

È stata decisa in una riunione operativa di varare una campagna di comunicazione dedicata, da far poi convergere in un flash mob capitanato dalla candidata. Spazio ai creativi dello staff, che hanno ideato tre videografiche per i social da far pubblicare a breve tempo scadenzato.

Il primo che voleva forse farsi notare con clamore è stato così strutturato: Volto della candidata e al lato questo strillo “Se ami una donna fallo forte ma non con la forza”. E fallo forte è stato evidenziato con carattere diverso. Approvato, non sappiamo da chi, il claim è stato pubblicato per circa mezz’ora. Per poi sparire dalla bacheca sostituito dal più politicamente corretto: “Le donne vanno amate con forza, non con la forza”.

Abbiamo verificato con lo staff social cosa sia accaduto e ci è stato detto che uomini e donne che hanno ideato la campagna non si erano resi conto che il messaggio alludesse ad un doppio senso fallocratico. Ci riferiscono che il particolare claim è stato normalmente programmato come previsto dalle pubblicazioni di giornata.

Certo i commenti di chi ha visto non erano benevoli. Si è trattato di un insolito scivolone subito corretto. La vicenda ricorda quella del giornalista Gad Lerner, che aprì il Tg1 della sera quando lo dirigeva corredando il servizio su una retata di pedofili con il materiale sequestrato. L’intenzione era di rimarcare la gravità del fatto, la conseguenza furono le dimissioni del direttore.

La vicenda induca i comunicatori ad essere meno veloci e più razionali sui messaggi della candidata Bruni. Alla Rete non sfugge nulla. Neanche una promozione troppo maschilista in fretta ritirata.

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