Carla Tansi e Amalia Bruni alla conferenza di ufficializzazione dell'accordo tra di loro
3 minuti per la letturaEcco il codice etico di Carlo Tansi, contro il “familismo amorale” in politica. Il leader di Tesoro di Calabria fissa i paletti, della serie: “patti chiari amicizia lunga”.
L’ultimo punto del “codice Tansi” è quello più importante, quindi diventa il primo. «Nello spirito del cambiamento e per evitare i frequenti fenomeni di familismo nell’apparato politico regionale calabrese – si legge sul documento – non saranno candidabili i parenti di primo grado di consiglieri regionali, e deputati e senatori che abbiano avuto cariche negli ultimi dieci anni».
E poi la condizione finale a favore della candidata Amalia Bruni, scienziata di fama internazionale, scelta da Pd e M5s, alla guida della coalizione di centrosinistra a cui ha aderito l’ex capo della Protezione civile calabrese.
«La candidata della coalizione Amalia Bruni – recita il codice etico – ha competenza, esclusiva ed insindacabile, ad accertare e pronunciarsi circa la violazione dei principi contenuti nel presente codice etico, stabilendo anche le sanzioni da adottarsi in caso di violazione degli stessi».
Il documento in questione, di cui il Quotidiano pubblica, in esclusiva, gli stralci salienti e in coda all’articolo la versione sfogliabile integrale, è stato consegnato alla professoressa Amalia Bruni, per l’eventuale condivisione e la firma.
Il codice etico redatto da Tesoro di Calabria è riferito non solo ai nomi delle liste che presenterà il movimento civico guidato da Tansi, bensì a tutte «le donne e gli uomini della coalizione».
Un altro paletto fissato da codice proposto dal geologo cosentino – che alle elezioni regionale del 2020 da solo è riuscito ad ottenere quasi l’8% dei consensi, eguagliando il candidato del Movimento 5 stelle – parla di rinvii a giudizio: non potrà candidarsi «chi sia stato rinviato a giudizio per i reati di associazione o comunque collegati alla malavita organizzata», ma anche «chi abbia riportato condanna, anche non definitiva, riguardante reati contro la pubblica amministrazione, di concussione, corruzione, peculato, voto di scambio, bancarotta fraudolenta, estorsione, truffa, criminalità organizzata e mafiosa, usura, riciclaggio, reati ambientali, traffico illecito di rifiuti, traffico di sostanze stupefacenti, o chi sia stato condannato con sentenza esecutiva della Corte dei Conti. Devono essere equiparate a sentenza di condanna anche la sentenza di patteggiamento».
Un limite Tansi lo pone anche per coloro che sono «proprietari o ricoprano incarichi di presidente o di amministratore delegato di imprese che operano a livello nazionale nel settore dell’informazione, ovvero il loro coniuge, parenti o affini», nonché «i proprietari o coloro che ricoprano incarichi di presidente o di amministratore delegato di imprese che operano nel settore della informazione a livello locale, nel caso in cui l’organo di garanzia territorialmente competente accerti che per il rilievo dell’attività dell’impresa si possa determinare un sostegno privilegiato a loro esclusivo vantaggio».
Ed, infine, c’è anche un punto dedicato ai professionisti della politica e ai voltagabbana. Nel primo caso viene impedito di candidarsi a coloro che abbiano «svolto 2 mandati elettivi come consigliere e assessore» e per la seconda ipotesi il Codice etico impedisce la candidatura a «chi abbia fatto parte negli ultimi dieci anni di formazioni politiche aderenti al centrodestra e abbia ricevuto incarichi di sottogoverno».
Staremo a vedere se Amalia Bruni e le altre forze della coalizione di centrosinistra, grillini, inclusi sposeranno il “codice Tansi”. Dal Partito democratico, sono già arrivate forti perplessità sui contenuti del testo (LEGGI).
Il codice etico proposto da Tansi
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