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Mentre il Pd calabrese perde pezzi e il M5S si spacca, con inevitabili ripercussioni pure in Calabria, Roberto Occhiuto, sotto l’ombrellone gongola e sta con un piede in acqua per rinfrescarsi dalla calura di questi giorni e con l’altro, già si sente in Cittadella, presidente.
Abbiamo intervistato il candidato governatore del centrodestra.
Ma è vero che lei e Forza Italia non volevate Nino Spirlì, candidato vice presidente?
«Ma no, figuriamoci. Il nostro, ne sono certo, sarà un buon ticket. I miei amici mi dicono che ho un profilo sempre troppo istituzionale. Ecco, Spirlì è un po’ più pop di me, e lo stimo perché è un uomo intelligente e perbene. E in questi mesi ha dimostrato di saper affrontare momenti complicati con solidità e determinazione».
Ad altri esponenti di Forza Italia non sta bene che Spirlì diventi vice presidente senza candidarsi, senza misurarsi sul campo elettorale. E Roberto Occhiuto che dice?
«Questa sarà una valutazione che farà lo stesso Spirlì insieme al suo partito, la Lega. Se vorrà candidarsi saremo felicissimi, se non vorrà farlo, andrà bene lo stesso. Forza Italia si occuperà della sua lista e ovviamente io come candidato presidente della Regione avrò voce in capitolo sui nomi degli aspiranti consiglieri regionali».
Una volta il ticket era quello delle medicine in farmacia. In questa ultima fase politica, scopriamo un nuovo ticket, come formula per accomodare alleanze fra partiti. Ticket a Roma, ticket a Milano, ticket in Calabria, ecc. Lei cosa pensa del ticket? È una formula per rafforzare la figura del vice nelle future giunte?
«È una formula, già usata in passato e che stiamo utilizzando anche in questa tornata di amministrative, per dare un’indicazione chiara agli elettori. Altre letture francamente non riesco a vederle. Il centrodestra, in Calabria e nel resto del Paese, è unito, è una coalizione forte e strutturata e non ha certo bisogno di escamotage per saldare la sua alleanza. Noi siamo coesi, la sinistra è dilaniata e si presenta con addirittura quattro candidati: questa è la lettura corretta di quando sta accadendo».
È il superfavorito alle regionali di autunno, per stessa ammissione di esponenti del centrosinistra come la Sardina, Jasmine Cristallo. Soprattutto per la frammentazione che si registra sul fronte “nemico”. Occhiuto allora può pure permettersi il lusso di rinunciare a qualche nome scomodo in lista. Per questo ha chiesto che i nomi dei candidati debbano prima passare il vaglio della Commissione Antimafia?
«Il mio non è un lusso, ma un’esigenza che sento molto forte. La Calabria non ha, alcune volte anche per colpa dei politici calabresi, una bella nomea. Il primo obiettivo del prossimo governo regionale sarà proprio quello di investire concretamente sulla reputazione della Regione, per dimostrare che c’è una Calabria pulita e onesta, una Calabria che il Paese non si aspetta. E allora, io, pur da garantista, sento il bisogno di alzare l’asticella dell’attenzione durante la composizione delle liste. Da qui la mia idea di sottoporre preventivamente, prima della presentazione ufficiale, i nomi dei candidati in pectore al vaglio della Commissione parlamentare Antimafia: che non darà pareri discrezionali, ma indicazioni oggettive sulla base dei parametri stabiliti dal codice di autoregolamentazione che tutti i partiti hanno sottoscritto. Del resto, l’ho detto a chiare lettere nei primi giorni subito dopo la mia investitura: la ‘ndrangheta è un cancro da estirpare e i suoi voti ci fanno schifo. Eventuali personalità rinviate a giudizio o condannate per reati di mafia o per gravi reati non troveranno spazio nelle liste del centrodestra».
Non è che ha chiesto il vaglio della Commissione Antimafia per il bollino di legalità delle liste elettorali, come espediente per fronteggiare la campagna elettorale del suo antagonista de Magistris?
«Rispetto tutti i miei antagonisti, anche il sindaco di Napoli, ma non mi faccio condizionare da nessuno. Io sono calabrese, sono nato in questa Regione e mi candido a governarla per lasciare il segno. Ho avuto tanto dalla Calabria e adesso voglio restituire ai calabresi quello che si meritano».
Non ha voluto l’appoggio di altre liste non riconducibili ai partiti nazionali, fatta eccezione la sua, quella del presidente. Perché?
«Non ho ancora deciso quante liste presenterà la coalizione che sostiene la mia candidatura. Una cosa è certa: in queste settimane ho ricevuto molte proposte, tante persone sono pronte ad impegnarsi per sostenere il nostro progetto per il rilancio della Calabria. Ma le liste non devono essere solo un veicolo per i candidati, devono avere un carattere, una specificità, devono portare un valore aggiunto in termini di competenze e di qualità. Queste saranno le valutazioni che farò».
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