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Mario Paraboschi

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«Ho chiesto a Mario Paraboschi di coadiuvarmi, insieme a una commissione che formerò successivamente, per il congresso subito dopo le elezioni regionali».

Così ha dichiarato ieri il commissario del Partito democratico calabrese, Stefano Graziano, nel lanciare la campagna di tesseramento del suo partito, nella speranza che possa normalizzarsi una situazione che va avanti ormai da tre anni.

Per molti il nome di Mario Paraboschi dirà poco o nulla, molti si chiederanno chi sia questo signore. Ma per chi come me lo conosce da quasi 50 anni è stato un sussulto, non un deja vu ma il senso vero di una lunga memoria politica.

Paraboschi è, infatti, un uomo del vecchio Pci, uno di quei funzionari che hanno dato la vita per il partito, la ditta come la chiama oggi Pierluigi Bersani. Non a caso emiliano come Paraboschi.

Viene dal Piacentino, da Fiorenzuola d’Adda per la precisione, anche se poi emigrato da ragazzo a Milano per studiare. Arrivò in Calabria nei primissimi anni ’70 per dare una mano, rafforzare le strutture di un partito che aveva bisogno e dalla rossa Emilia si poteva e si doveva.

E lui scese in Calabria con tutta la famiglia e qui si è poi fermato. Nelle stanze del Comitato regionale del Pci ha fatto di tutto ma soprattutto l’amministratore, il costruttore dal basso.

È stato un dirigente e un militante come si usava fare bene a quei tempi. Tutt’altro che un grigio burocrate, con la grande passione per la fotografia ad esempio. Poi Paraboschi ha attraversato il resto che è venuto dopo il Pci: Pds, Ds, Pd. Sempre fedele nei secoli.

Ha continuato a fare l’amministratore per i nuovi nomi della ditta e poi se n’è andato in pensione. Una pensione da funzionario di partito, perché allora i partiti c’erano. Una pensioncina frutto di 60 anni di militanza.

Alla fine anche il povero Graziano s’è dovuto però rendere conto che non c’era altro che Mario Paraboschi – dall’Emilia con furore, una vita nel Pci da mediano – per cercare di dare un senso e un minimo di organizzazione al Pd calabrese. Auguri.

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