Mario Oliverio
2 minuti per la letturaCATANZARO – «Ma su quale pianeta vive Boccia? A leggere le sue dichiarazioni su quanto si sta verificando in Calabria c’è da rimanere increduli. Evidentemente il responsabile nazionale degli enti locali del PD ha la testa altrove o sottovaluta o peggio ancora pensa che rispetto alla Calabria ci si possano permettere licenze altrove inimmaginabili, che evito volutamente di qualificare per evitare toni poco consoni alla mia formazione ed al mio modo di essere». Lo scrive su Facebook l’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio in relazione ad alcune dichiarazioni di Boccia sulla scelta di Maria Antonietta Ventura quale candidata presidente di centrosinistra e M5S.
«Le tante persone, uomini donne giovani – prosegue Oliverio – che hanno creduto e credono nel PD meritano rispetto. Si sarebbero aspettati che, come è avvenuto a Roma, Bologna e Torino, fossero consentite anche in Calabria le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Si sarebbero aspettati quanto meno una giustificazione su questa diversità di trattamento. Niente di tutto ciò. Anzi scelte calate dall’alto e cucinate sulla testa dei calabresi. Nessuno sa in quali cucine o salotti, da quali cuochi, per quali ragioni ed obiettivi. Evidentemente la Calabria è considerata dai dirigenti nazionali del Pd “terra del male” cosi affastellando tutto e tutti in valutazioni frutto di pregiudizi inaccettabili, strumentali e gravemente dannosi per il futuro di questa terra, in particolare per i suoi giovani e ragazze».
«A nulla è valsa la lezione di un anno e mezzo fa – prosegue l’ex governatore – con la candidatura di Callipo imposta da Roma ed il disastroso risultato che si è registrato. Anche alla luce di quel risultato sarebbe stato necessario abbandonare ogni arroganza ed autocelebrazione. Quella pesante sconfitta avrebbe dovuto consigliare un diverso approccio. Esattamente come è stato fatto in Puglia alle ultime elezioni regionali con la designazione del candidato attraverso le primarie. Trattare senza alcun rispetto una realtà come quella calabrese con un grande e nobile patrimonio di uomini, donne e giovani che hanno scelto di stare nel campo della sinistra, riformista e progressista è delittuoso ed inaccettabile sul piano politico ma anche etico».
«La partecipazione democratica, il rispetto delle persone, il confronto e la ragione – conclude Oliverio – sono fattori irrinunciabili per la sinistra ed il campo riformista. È davvero paradossale che quello che è giustamente rivendicato è valido per altre realtà, Puglia compresa, non debba valere per la Calabria. A questo metodo ci si aspettava fosse improntato il contributo del responsabile nazionale degli enti locali. Bisogna purtroppo constatare che non è cosi. Perseverare è davvero diabolico».
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